Giudiziaria

“Braccianti agricoli sfruttati nell’agrigentino”, processo Ponos agli sgoccioli 

L'operazione che ha fatto luce sul fenomeno del caporalato nell’agrigentino

Pubblicato 1 anno fa

Battute finali del processo scaturito dall’inchiesta Ponos, condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento nel 2019, che ha fatto luce sul fenomeno del caporalato nell’agrigentino. Sul banco degli imputati siede Vasile Mihu, 44 anni, unico ad aver scelto il rito ordinario. Altre sei persone, invece, sono già state condannate col rito abbreviato.

Ieri mattina, davanti i giudici della Corte di Assise di Agrigento, è stata acquisita la perizia dell’ingegnere Antonio D’Amico su alcune chat whatsapp estrapolate dal cellulare dell’imputato. Il 14 aprile sarà sentito l’ultimo testimone del processo e in seguito si procederà alla requisitoria e all’arringa della difesa.

Lo scorso anno la Corte di Appello di Palermo aveva confermato 6 condanne: Vera Cicakova, 60 anni e la figlia Veronica Cicakova (condannate rispettivamente a 7 anni e 10 mesi e 7 anni e 4 mesi); Giovanni Gurrisi, 42 anni di Agrigento (condannato a tre anni); Emiliano Lombardino, 42 anni di Agrigento (condannato a due anni e quattro mesi); Neculai Stan, 63 anni (condannato a tre anni). Nell’inchiesta era coinvolto anche Rosario Ninfosì, 52 anni di Palma di Montechiaro (che ha patteggiato la pena).

L’inchiesta in un primo momento era stata coordinata dalla Procura di Agrigento con il pm Gloria Andreoli e poi passata per competenza alla Procura Distrettuale. Le investigazioni, svolte con numerosissimi servizi di pedinamento e con un complesso sistema di intercettazione e di riprese video, hanno svelato l’esistenza di una complessa organizzazione che sfruttava senza scrupoli manodopera extracomunitaria per lavori agricoli di vario tipo su tutto il territorio agrigentino e anche oltre. Un fenomeno di caporalato, insomma articolato e con una solida struttura verticistica, che vedeva, come capi promotori cd organizzatori, due donne di origine slovacca, madre e figlia.

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