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Cna Agrigento: “Tra potenzialità e inadeguatezze il turismo non decolla”

Sole, mare e litorale. Il territorio agrigentino potrebbe e dovrebbe fare leva anche su queste importanti risorse naturali per rilanciare l’economia legata alla filiera turistica.  Da Licata a Menfi, passando per Agrigento, si snoda un ampio scenario, a tratti  incantevole, la cui fruizione però non sempre è totale e confortevole. Affrontiamo questa delicata tematica con […]

Pubblicato 4 anni fa

Sole, mare e litorale. Il territorio agrigentino potrebbe e dovrebbe fare leva anche su queste importanti risorse naturali per rilanciare l’economia legata alla filiera turistica. 

Da Licata a Menfi, passando per Agrigento, si snoda un ampio scenario, a tratti  incantevole, la cui fruizione però non sempre è totale e confortevole. Affrontiamo questa delicata tematica con i vertici provinciali della Cna, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, da qualche anno impegnata anche nel settore del turismo. 

Per il segretarioClaudio Spoto “il turismo rappresenta un asset strategico sui cui puntare per ridare una speranza di sviluppo al territorio”. 

Mare e costa, ad Agrigento il binomio non sempre trova indici di gradimento positivi, anche per questioni legate a fenomeni di erosione e di inquinamento.

“E’ fuori di dubbio che siamo di fronte ad un contesto che negli anni ha subito dinamiche che non hanno certamente favorito la salvaguardia della costa, del litorale e la limpidezza delle acque. Oggi la situazione, rispetto al passato, è migliorata, ma c’è ancora parecchio da fare per rendere questa preziosa risorsa una autentica ricchezza, anche dal punto di vista del ritorno economico per le attività produttive che è l’aspetto a cui noi rivolgiamo grande attenzione”.

Quali sono le possibili azioni di intervento?

 “Chi governa, a vario tiolo, il territorio, è chiamato ad un agire concreto, ad invertire la tendenza: serve un impegno forte, responsabile per assecondare quella che è la vocazione di questa nostra meravigliosa terra. Basta con le parole, le promesse, gli annunci, è arrivato il tempo del fare, e fare bene, secondo una pianificazione organica e una visione nuova dello sviluppo. Perché è evidente che il mare, la costa e le spiagge, che il nostro buon Dio ci ha donato, non si materializzano con il volto pulito e sicuro in assenza di adeguate azioni e opere infrastrutturali. Ed in questa ottica, occorrono interventi mirati da parte di enti e istituzioni competenti per garantire la balneabilità dell’intera costa”.

Oltre all’economia generale, c’è anche una fetta di operatori che gestisce chioschi e stabilimenti balneari, il cui futuro è legato alla fruizione del litorale.

 “Anche questo è un tema molto delicato. Proprio in questo periodo, al netto dell’emergenza legata al Covid-19, c’è un grande fermento attorno a questo segmento produttivo. E’ in corso l’iter per la proroga delle concessioni demaniali marittime fino al 2033, una battaglia per la quale la CNA si è spesa attraverso una costante ed incisiva interlocuzione con la Regione, riuscendo a portare a casa un risultato positivo nell’interesse delle strutture. In alcune aree del territorio provinciale però il fenomeno dell’erosione mette in discussione il prolungamento delle concessioni e quindi ci sono a rischio continuità aziendale e occupazione”. 

Il turismo nell’agrigentino non decolla, nonostante le potenzialità. C’è dietro una strategia oppure c’è una inadeguatezza della classe politica?

 “Partiamo dal punto fermo: le potenzialità ci sono, eccome. Una su tutte, la maestosa Valle dei Templi, patrimonio dell’Unesco. Ma potremmo stilare un nutrito e prestigioso elenco. Ovviamente è tutto il resto che manca: dai collegamenti, da quelli viari a quelli ferroviari, per non parlare della lunga ed estenuante telenovela relativa allo scalo aeroportuale. Un deficit di questa portata taglia letteralmente le gambe a qualsiasi contesto turistico, anche a quello più attrattivo. Se a questo aggiungiamo poi l’inadeguatezza dei servizi, ecco che il dado è tratto. Cioè la “Destinazione Agrigento”, mutuando quel celebre detto dedicato alle belle donne, viene da tutti desiderata ma risulta irraggiungibile.  Che, nel corso degli anni, la politica agrigentina abbia inciso ben poco, è sotto gli occhi di tutti. Per rispondere alla sua domanda, non credo nell’inadeguatezza, almeno nella maggior parte degli inquilini che hanno fatto il loro ingresso nei Palazzi del potere, sia a Palermo che a Roma”.

 E sul fronte della tutela dell’ambiente, la Cna è impegnata a promuovere la riqualificazione urbana attraverso una piattaforma che consente l’acquisto del credito di imposta  dai privati che intendono realizzare, nei propri immobili, interventi di efficientamento energetico oppure opere antisimiche, sfruttando gli incentivi dello Stato del 110 per cento. Ne parliamo con il presidente provinciale, Francesco Di Natale.

Come spiegare  ai nostri lettori questo meccanismo?

 “E’ un meccanismo che, per la verità, abbiamo messo su un paio di anni fa per offrire un’opportunità alle imprese e alle famiglie in riferimento ai precedenti incentivi statali, più restrittivi ma ugualmente convenienti. Adesso la piattaforma, della quale fanno parte enti e soggetti qualificati e accreditati come H&D ed Eni Gas e Luce, è stata tarata sui nuovi parametri. Non appena avremo i dettagli dell’operazione, si attendono le linee guida, la metteremo operativamente a disposizione dei professionisti (architetti, ingegneri, geometri, geologi), delle ditte edili e ovviamente dei condomini, dei proprietari delle singole abitazioni, delle cooperative sociali e dello Iacp”.

Come funziona?

 “Tutto ruota attorno alla cessione del credito d’imposta che sarà acquisito dalla piattaforma con la formula pro soluto. Per il committente l’operazione sarà a costo zero e a rischio zero. L’altro importante aspetto è che, attraverso questo meccanismo, anche una piccola impresa, purché sana e solida, potrà eseguire i lavori, ricevendoli in affidamento dai Consorzi edili, partners del progetto Cna”.

Cosa produrrà complessivamente questa operazione, prevista dal Governo nel “Decreto rilancio” come risposta alla crisi determinata dal Covid-19?

“Significa rimettere in movimento l’edilizia che, come sappiamo, è il motore trainante dell’economia. Significa generare occupazione e quindi sviluppo, specie in una fase drammatica come quella attuale in cui è ancora palpabile il segno lasciato dal lockdown legato alla pandemia. Da non sottovalutare poi i notevoli benefici connessi alla rigenerazione e rivalutazione del patrimonio immobiliare esistente, ed infine, ma non per ultimo, il risparmio per le famiglie nel pagamento delle bollette di energia elettrica e la sicurezza delle strutture, nel caso di sismabonus”.   

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