Faraone: “ad Agrigento altro che abbattimento delle liste d’attesa, qui si abbattono solo le illusioni”
Fino a sette mesi per una colonscopia o una TAC cardiaca, sei per una risonanza magnetica, fra quattro e cinque mesi per una visita endocrinologica o allergologica
“Ad Agrigento, nel 2025, accedere a una visita specialistica è diventato uno sport estremo. Altro che “abbattimento delle liste d’attesa”: qui si abbattono solo le illusioni. E i cittadini, quelli sì, li trovi abbattuti in sala d’aspetto”., dichiara il deputato di Italia Viva Davide Farone che continua il suo tour all’interno degli ospedali della Sicilia per denunciare lo stato attuale delle strutture sanitarie.
“I dati ufficiali pubblicati dall’ASP, quelli che dovrebbero rassicurare, fanno già impressione. Tempi che non hanno nulla a che vedere con gli standard del Piano Nazionale delle Liste d’Attesa. Ma la parte più clamorosa non è quella scritta nelle tabelle ufficiali, continua Faraone: “La parte più clamorosa l’abbiamo scoperta noi, direttamente, contattando il CUP come semplici utenti, come sarebbe costretto a fare chiunque abbia bisogno di una prestazione sanitaria. Abbiamo telefonato, richiesto, chiesto ancora, simulato prenotazioni. Nessun filtro, nessun canale privilegiato: solo la nuda verità. Ed è lì che la realtà ha superato la fantasia. Fino a sette mesi per una colonscopia o una TAC cardiaca, sei per una risonanza magnetica, fra quattro e cinque mesi per una visita endocrinologica o allergologica. È quanto emerge da un report che abbiamo eseguito a ottobre, ricette alla mano, nei Centri Unici di Prenotazione, sui tempi per ottenere un appuntamento. Per una prima colonscopia con priorità B (breve, ovvero da eseguire entro 10 giorni), D (differibile, entro 60 giorni), P (programmata, entro 120 giorni), la prima disponibilità è a marzo prossimo da uno specialista convenzionato, a maggio all’ospedale di Agrigento, ad aprile in quello di Sciacca. Anche per un esame di controllo i tempi sforano le indicazioni: dicembre da un convenzionato, maggio all’ospedale di Licata. Per una prima risonanza all’addome bisognerà aspettare fino a marzo da un convenzionato, un mese in più all’ospedale di Canicattì. I tempi per gli esami di controllo sono tre mesi da un convenzionato, cinque all’ospedale di Sciacca e otto a Licata. Stesse criticità per la cardio-TAC: primo accesso a marzo all’ospedale di Agrigento, maggio per un esame di controllo all’ospedale di Sciacca.
Per una visita endocrinologica, invece, se ne parla a febbraio (primo accesso ad Agrigento) e marzo (visita di controllo a Sciacca). Analoghe attese per una prima visita allergologica: la prima disponibilità è a febbraio a Porto Empedocle. La normativa, PNGLA, decreti assessoriali, obblighi di trasparenza, audit annuali, dovrebbe impedire tutto questo. Invece la Cabina di Regia regionale non pubblica una relazione dal 2023. Gli audit aziendali non risultano mai fatti. Il portale di qualità non è aggiornato. Le liste d’attesa, quelle vere, sono lasciate alla deriva”, sottolinea il deputato di Italia Viva.
“E qui entra in scena la politica. Le ASP siciliane non sono organismi autonomi: sono feudi della Presidenza della Regione. I direttori generali rispondono a chi li nomina, non a chi dovrebbe essere curato. E oggi chi li nomina si chiama Renato Schifani. Schifani aveva promesso un “cambio di passo”. E infatti, il passo è stato all’indietro. Ha centralizzato tutto senza controllare nulla. Ha annunciato “efficienza”, ma non esiste un solo documento pubblico che certifichi gli audit promessi. Ha parlato di “diritto alla cura”, ma ad Agrigento il diritto più tutelato è quello alla rassegnazione. Questa non è una semplice inefficienza. È una scelta politica: lasciare che il pubblico si consumi, per spingere i cittadini a pagare gli esami. Infatti la mobilità passiva cresce, l’ASP paga milioni l’anno per prestazioni che non riesce più a garantire.
E noi continueremo a fare ciò che la Regione non fa più: verificare, controllare, denunciare. Come cittadini, per i cittadini”, ha concluso Faraone.




