Grotte, ancora un cane avvelenato: indagini in corso
A Grotte ancora una volta un cane randagio è stato avvelenato. Si chiamava Camilla, e si aggirava per i condomini nella zona del “Palo” , molti si erano accorti della sua presenza, molti erano i condomini che si prendevano cura di lei donando un pasto, tanto che anche l’associazione animalista di Racalmuto “Qua la zampa” si […]
A Grotte ancora una volta un cane randagio è stato avvelenato.
Si chiamava Camilla, e si aggirava per i condomini nella zona del “Palo” , molti si erano accorti della sua presenza, molti erano i condomini che si prendevano cura di lei donando un pasto, tanto che anche l’associazione animalista di Racalmuto “Qua la zampa” si era messa in contatto con la dottoressa Laura Napoli, la quale aveva espressamente chiesto di poter adottare Camilla e incaricato i volontari dell’associazione di farla cippare, sterilizzare e tolettare la cagnolina.
Si è cercato in tutti i modi di salvarla, di farle vomitare il veleno che aveva ingerito, ma troppo tardi. Camilla ieri sera non ce l’ha fatta.
Scattata la denuncia sul posto sono giunti i Carabinieri, i Vigili Urbani e l’Ufficiale Medico Veterinario di Canicatti’, che ha prelevato il cane per l’autopsia da eseguirsi presso l’Istituto Zooprofilattico di Palermo. I carabinieri hanno avviato le indagini per risalire al colpevole.
“Purtroppo sono atti, ancorché isolati nella nostra comunità, che generano un profondo senso di tristezza e di incapacità di comprendere le ragioni di quei pochi che macchiano, come sempre, l’operato di una intera collettività”, dichiara il Sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza.
“Per quanto ci riguarda, aggiunge il primo cittadino, in assenza totale di fondi regionali e nazionali (come sempre ci si indigna, ma poi l’Ente locale viene lasciato solo), si è provveduto a fare ogni sforzo possibile. Nel nostro piccolo è stata stipulata apposita convenzione con un canile dove sono stati già ricoverati due cani che hanno manifestato segni di aggressività e sono state contattate delle associazioni per le adozioni con le quali però non è stato sottoscritto alcun protocollo di intesa (e non per volontà del Comune).
Più in generale, ricordo che sono diversi i cani microchippati e reimmessi nel territorio i quali, secondo la legge possono essere anche essere affidati alle associazioni protezionistiche o animaliste o, in adozione a privati cittadini, che si impegnino ad accudirli e custodirli (ma nessuno si fa avanti). Infine vorrei sommessamente ricordare che, in base anche ad una Sentenza della Corte di Cassazione, chi dà da mangiare a un cane randagio è responsabile del suo comportamento. Se ci si occupa del sostentamento di un cane randagio, secondo la Corte di Cassazione, infatti, si diventa responsabili anche di sue, eventuali, aggressioni. La posizione di garanzia assunta dal detentore di un cane, impone l’obbligo di controllare e di custodire l’animale adottando ogni cautela per evitare e prevenire le possibili aggressioni a terzi.
La compassione oltre la legge … direbbe qualcuno. Per il resto, conclude Provvidenza, resta l’amarezza e il grande dolore di un altro cane ucciso, tutto il resto è … noia”.