Agrigento

Il Covid frena le cure “ordinarie”, agrigentini costretti ad emigrare per una tonsillectomia

L’amaro sfogo di un genitore agrigentino

Pubblicato 3 anni fa

“Siamo costretti ad ‘emigrare’ per sottoporre nostra figlia ad una tonsillectomia”.

E’ l’amaro sfogo di un genitore agrigentino che da mesi attende la chiamata dei sanitari dell’ospedale di Agrigento che però, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, ha ridotto l’utilizzo delle sale operatorie riservandole quasi esclusivamente ai casi “gravi”.

E così, dopo mesi di vana attesa e rinvii periodici, la famiglia – che gestisce una piccola attività commerciale – è stata costretta a rivolgersi ad un altro nosocomio, a Palermo, dove sarà operata.

“Viviamo con ansia ormai da tempo – spiega l’agrigentino –, mia figlia soffre sin da piccola per le tonsille ed è stata curata, negli ultimi tre anni, da un bravissimo otorino che lavora all’Ospedale di Agrigento al fianco di altri professionisti altrettanto attenti e preparati. Dopo anni di cure, il medico aveva deciso di procedere ad una tonsillectomia ma ci siamo scontrati con tutte le restrizioni dovute al Covid. Ci hanno spiegato che le sale operatorie possono essere utilizzate solo per casi gravissimi mentre a chi, come mia figlia, peggiora a causa dell’infezione procurata dalla tonsillite, è preclusa la possibilità di risolvere i suoi problemi. Ci sposteremo a Palermo, dove abbiamo trovato altrettanta disponibilità da parte dei sanitari del Civico. Questo ci costringerà anche a doverci allontanare per alcuni giorni e ad abbassare la saracinesca della nostra attività che già soffre per via delle varie chiusure e dovremo sostenere altre spese. Stiamo toccando con mano come queste restrizioni stiano creando problemi soprattutto a chi soffre di patologie ‘semplici’, diverse dal Covid che con il tempo rischiano di diventare molto pericolose” ha concluso.

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