Messina

Mafia, droga e corse clandestine: 24 arresti nel clan Galli

L'operazione ha consentito di disarticolare il clan Galli e di individuare una rete di distribuzione della droga e il controllo della cosca sul business delle scommesse sulle corse clandestine di cavalli

Pubblicato 3 anni fa

I carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 33 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, corse clandestine di cavalli, scommesse clandestine su competizioni sportive non autorizzate, maltrattamento di animali, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio. L’inchiesta e’ stata coordinata dalla Dda di Messina guidata dal procuratore Maurizio de Lucia.

L’indagine

Nel corso della notte, i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno dato esecuzione a 2 ordinanze applicative di misure cautelari personali e reali, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Messina, nei confronti di 33 persone ritenute responsabili – a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, corse clandestine di cavalli, scommesse clandestine su competizioni sportive non autorizzate, maltrattamento di animali, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, spaccio di sostanze stupefacenti. 

In esecuzione dei provvedimenti,18 persone sono state associate in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 9 sono state sottoposte all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

Gli arrestati

  1. Carlo  Altavilla, 34enne di Messina;
  2. Giuseppe Galli, 37enee di Messina;
  3. Sebastiano Grillo, 38enne catanese;
  4. Giuseppe Irrera, 42enne di Messina;
  5. Giuseppe Longo, 31enne di Messina;
  6. Giuseppe Marino, 34enne di Messina;
  7. Grazia Maria Munnia, 33enne di Messina;
  8. Alessio Palermo, 26enne di Messina;
  9. Carlo Palermo, 35enne di Messina;
  10. Roberto Palermo, 32enne di Messina;
  11. Natale Rigano, 39enne di Messina;
  12. Salvatore Vecchio, 63enne di Messina;
  13. Francesco Vento, 30enne di Messina;
  14. Paolo Canepa, 57enne originario di Gela ma residente a Messina:
  15. Tommaso Giacobbe, 68enne di Messina; 
  16. Rosina Giacobbe, 46enne, di Messina;
  17. Giuseppa Leonardi, 64enne di Messina; 
  18. Santino De Stefano, 45enne di Messina 

Ai domiciliari

  1. Angelo Bonasera, 55enne di Messina (attualmente detenuto per altra causa);
  2. Francesco Spadaro, 41enne di Messina;
  3. Salvatore Speciale, 61enne palermitano;
  4. Tommaso Giacobbe, 20enne di Messina;
  5. Lucia Villari, 32enne di Messina; 
  6. Cristina Lisa, 39enne di Messina; 

Obbligo presentazione Pg

  1. Paolo Arrigo, 30enne di Messina;
  2. Francesco Forami, 35enne di Messina;
  3. Paolo Gatto, 23enne di Messina (attualmente detenuto per altra causa);
  4. Santo Giannino, 41enne di Messina;
  5. Vincenzo Misa, 35enne messinese(attualmente detenuto per altra causa);
  6. Luigi Vinci, 36enne messinese;
  7. Roberto D’Angelo, 42enne di Messina 
  8. Paolo Scivolone, 47enne di Messina 
  9. Angelo Parisi, 47enne originario di Milano, ma residente a Messina

Mafia e corse clandestine

Le misure cautelari si basano sulle risultanze acquisite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Messina nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “Cesare”, concernente l’attuale operatività della famiglia mafiosa denominata “clan Galli”, operante nel rione “Giostra” di Messina e riconducibile a Luigi Galli, 64 anni, capo storico del sodalizio, la cui esistenza, negli anni, è stata riconosciuta in varie sentenze passate in giudicato.L’indagine, basata anche sul contributo dichiarativo di un collaboratore di giustizia, ha consentito di individuare ulteriori 7 affiliati alla citata compagine mafiosa, ai quali è stato contestato il reato di partecipazione ad associazione mafiosa e di documentarne, fra l’altro, l’operatività con metodo mafioso, nell’organizzazione di corse clandestine di cavalli e nella gestione delle relative scommesse illecite, i cui proventi alimentavano le casse del sodalizio criminale. Tale settore criminale è da sempre appannaggio della criminalità organizzata messinese, come accertato in passato in varie indagini.Le investigazioni hanno fatto emergere il ruolo di Giuseppe Irrera, commerciante di prodotti ortofrutticoli e genero di Luigi Galli, quale rappresentante di spicco del clan Galli sul territorio, in forza della fiducia accordatagli dal suocero che da anni è recluso in regime di cui all’art. 41 bis dell’Ordinamento Penitenziario.  L’Irrera e i suoi sodali erano, fra l’altro, deditiall’organizzazione di competizioni clandestine di cavalli, da cui traevano ingenti profitti attraverso la gestione del correlato e proficuo business delle scommesse illecite. Il gruppo criminale aveva base operativa presso un noto negozio di rivendita di frutta e verdura di proprietà dell’Irrera, sito nel popoloso quartiere cittadino di Giostra, ove avvenivano anche le riunioni per organizzare le competizioni.Alcuni sodali (Francesco Vento, Grazie Maria Munnia, Vecchio Salvatore e Galli Giuseppe) si occupavano di accudire e preparare i cavalli, sottoponendoli agli allenamenti e, grazie ad un veterinario compiacente, alla somministrazione illecita di farmaci per migliorarne le prestazioni, nonché provvedendo alla raccolta del denaro puntato dagli scommettitori e alla gestione dei successivi pagamenti. Le corse clandestine si svolgevano nel corso della notte, in pochissimi minuti, su strade urbane ed extraurbane che venivano rapidamente chiuse al transito delle auto da gruppi di giovani a bordo di scooter e motocicli, con il fine di consentire il passaggio di cavalli e calesse e di rallentare l’eventuale intervento di pattuglie delle forze di polizia.Nel corso delle investigazioni sono stati documentati rapporti tra il gruppo criminale di Giostra e il catanese Sebastiano Grillo, per l’organizzazione di corse di cavalli tra scuderie messinesi e catanesi, nonché interessanti interlocuzioni con esponenti della criminalità mafiosa catanese, riconducibili al clan Santapaola, per la risoluzione di controversie connesse con la gestione dei proventi delle scommesse clandestine. Le gare tra messinesi e catanesi venivano organizzate nella zona di Fiumefreddo di Sicilia (CT), posta a confine tra la Provincia di Messina e quella di Catania. Le dinamiche che caratterizzano il controllo delle gare clandestine di cavalli ad opera della criminalità mafiosa, emergono proprio da un incontro tra l’Irrera ed esponenti del clan Santapaola di Catania, finalizzato a dirimere una controversia relativa ad una corsa che il messinese considerava irregolare, in quanto truccata da una scuderia rivale di catanesi. Guardando alcuni filmati della corsa, l’Irrera si era infatti accorto che alcuni giovani su uno scooter avevano favorito il calesse rivale, e ciò a suo dire lo legittimava a non pagare la posta perduta e a pretendere la ripetizione della competizione, cosa che gli fu accordata dai catanesi a seguito degli incontri chiarificatori con i Santapaoliani.

L’intestazione fittizia di beni

Giuseppe Irrera è anche indagato di trasferimento fraudolento di valori per avere fittiziamente intestato a prestanome una società immobiliare e le quote di una ditta titolare di una nota enoteca del centro di Messina. Le due società e i relativi beni aziendali, per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro, sono quindi state sottoposte a sequestro preventivo eseguito nella mattinata odierna.

Il traffico di droga

L’operazione ha anche consentito di procedere all’arresto di numerose persone dedite alla distribuzione di droga di vario genere nella città di Messina, contestando il reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ad 11 indagati. Un primo gruppo criminale capeggiato da Carlo Altavilla, operava sia nel rione messinese di “Giostra” che a “Santa Lucia Sopra Contesse”, nella zona sud della città, rifornendosi di ingenti quantitativi di cocaina e marijuana in Calabria e Campania, per poi procedere alla distribuzione del narcotico al dettaglio, attraverso una rete di spacciatori. Lo smistamento della droga avveniva anche all’interno di un negozio di barbiere gestito da due sodali e le indagini hanno fatto emergere anche episodi di estorsione per il recupero di crediti derivanti dalle narco-transazioni. Un secondo gruppo criminale è stato individuato grazie all’indagine convenzionalmente denominata “Affari di Famiglia”, condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia di Messina Sud che ha documentato l’operatività di un sodalizio a composizione familiare, dedito alla stabile distribuzione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana, nei rioni “Villaggio Aldisio” e “Fondo Fucile”, ubicati nella zona sud della città. Una donna appartenente a tale gruppo criminale era solita utilizzare il figlio 12enne per effettuare le consegne senza incorrere nei controlli delle forze dell’ordine. Il minore è stato inserito all’interno di una comunità familiare, in ottemperanza di specifico provvedimento del Tribunale per i minorenni di Messina.

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