Presentato a Roma il libro “In culo alla mafia”: la storia di Ignazio Cutrò. Prossima tappa Agrigento
“Ignazio Cutrò, è rimasto piantato nella sua terra, tra le pesche di Bivona dove faceva l’imprenditore: lì dove qualcuno, a furia di incendi dolosi, voleva convincerlo ad arrendersi. Ignazio non si è arreso: si è battuto per i diritti dei Testimoni e ha vinto battaglie importanti. Ora come non mai, non deve sentirsi solo”. Scrive cosi […]
“Ignazio Cutrò, è rimasto piantato nella sua terra, tra le pesche di Bivona dove faceva l’imprenditore: lì dove qualcuno, a furia di incendi dolosi, voleva convincerlo ad arrendersi. Ignazio non si è arreso: si è battuto per i diritti dei Testimoni e ha vinto battaglie importanti. Ora come non mai, non deve sentirsi solo”. Scrive cosi nel libro “In culo alla mafia” Emanuele Cavallaro.
Il libro è stato presentato quest’oggi a Roma presso la Sala Aldo Moro di Montecitorio durante l’incontro “Combattere la mafia: la vita di un testimone di giustizia”. Alla presentazione oltre all’autore e al protagonista del libro, Ignazio Cutrò, sono intervenuti la deputata M5s Piera Aiello e il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella.
A moderare, il giornalista Rai Giuseppe Laganà.
“E’ stata una giornata straordinaria, ha dichiarato Ignazio Cutrò. Ringrazio Piera Aiello che da sempre siamo stati uno di fianco all’altro affrontando con sacrificio il nostro percorso di vita, e ringrazio il procuratore Salvatore Vella per le belle parole spese oggi durante la presentazione, un grande uomo, una vera Istituzione. Io spero solo che la Sicilia cambi e che sopratutto cambi la mentalità dei siciliani. Vi ripeto sempre denunciate sempre, non avete paure, ha sottolineato Cutrò, le denunce vanno fatto per dignità. Stateci vicino, noi abbiamo bisogno di voi, abbiamo bisogno che combattiate questo cancro insieme a noi, sennò rischiamo di farci ammazzare tutti!”
“Noi abbiamo combattuto per tanti anni insieme ad Ignazio, ha detto la deputata Piera Aiello, che per ventisette anni ha vissuto lontano dalla sua terra, la Sicilia, e solo il 13 giugno 2018 ha deciso di scoprire il suo volto, e con esso la sua grinta, la sua sete di verità e giustizia. “Abbiamo lottato, abbiamo fondato l’associazione dei testimoni di giustizia, che serviva per tutelare noi stessi, per tutelare la nostra dignità, molte associazioni se ne sono occupati ma nel momento in cui c’era di esporsi un pò di più si tiravano indietro, ma ho sempre detto a Ignazio: tu hai paura? e la risposta è stata sempre No e dunque siamo andati insieme nel nostro percorso, senza arrenderci mai”.
Attento e puntale l’intervento del procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, che conosce bene la storia di Cutrò, perchè ha rappresentato la pubblica accusa nel processo per mafia, celebratosi a Sciacca, denominato “Face Off”, processo scaturito appunto dalle dichiarazioni del testimone di giustizia Ignazio Cutrò e che ha colpito vari esponenti della bassa Quisquina.
“Non conoscevo Ignazio Cutrò, ma la prima cosa che ho conosciuto è stata questa sua grandissima passione civile, ha affermato il
procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella. A casa sua, guardandolo negli occhi, mi ha raccontato con tanto coraggio la sua storia, ma cioè che mi ha colpito di più di lui è stato proprio l’atto di restare nel suo piccolo paese, Bivona e, per me questa cosa è stata folgorante. Non è fuggito, ha denunciato, ed è diventato in provincia una voce incredibile. I testimoni di giustizia vengono visti come infami, ma Ignazio, ha sottolineato Vella, è riuscito a raccontare una storia nuova, e noi come Stato, dovremmo raccontare alle persone che si può fare, si può denunciare, che tutti lo possono fare, una persona normale lo può fare, perchè se mettiamo le risorse giuste riusciamo a raggiungere l’obiettivo: combattere l’organizzazione mafiosa”.
Prossima presentazione ad Agrigento
il prossimo 28 febbraio alle ore 10 nella sede di Via Matteo Cimarra 23 nel salone “Pio La Torre”, sede della Cgil.