Sicilia

Terremoto, una fotografia per studiare il fenomeno: il caso Belice

Ingv, ateneo e Accademia.A confronto scatti sisma Belice del '68

Pubblicato 2 anni fa

Ri-fotografare a distanza di anni i territori colpiti da terremoti e sovrapporre le immagini con software specifici per comprendere in maniera chiara e immediata i cambiamenti sul paesaggio, analizzando per via indiretta le conseguenze degli eventi sismici dal punto di vista sociale e ambientale.
È quanto è stato fatto con lo studio “Landscape, Memory, and Adverse Shocks: The 1968 Earthquake in Belìce Valley (Sicily, Italy): A Case Study” realizzato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) in collaborazione con l’università di Catania e l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Lo studio, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica ‘Land’ di Mdpi, fa emergere l’uso della fotografia come strumento utile a scopi sia scientifici che divulgativo-formativi con l’obiettivo di favorire nella popolazione la consapevolezza dei rischi naturali, come quello sismico. “Partendo dal corposo patrimonio fotografico d’archivio del quotidiano ‘L’Ora’ di Palermo, custodito nella biblioteca Centrale della Regione Siciliana – spiega Mario Mattia, ricercatore dell’Ingv e co-autore dello studio – abbiamo investigato gli effetti sul territorio del terremoto che la notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968 colpì la Valle del Belice, nella Sicilia occidentale.

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