Aquila di Bonelli uccisa nelle campagne agrigentine
In provincia di Agrigento venerdi’ 31 ottobre in aperta campagna, un ricercatore della squadra del progetto Life ConRaSi ha recuperato la carcassa di una giovane aquila di Bonelli, uccisa con un’arma da fuoco. Il rapace, trasferito all’Istituto Zooprofilattico di Palermo, e’ stato sottoposto a radiografia, che ha rivelato la causa del decesso: non meno di 60 pallini […]
In provincia di Agrigento venerdi’ 31 ottobre in aperta campagna, un ricercatore della squadra del progetto Life ConRaSi ha recuperato la carcassa di una giovane aquila di Bonelli, uccisa con un’arma da fuoco. Il rapace, trasferito all’Istituto Zooprofilattico di Palermo, e’ stato sottoposto a radiografia, che ha rivelato la causa del decesso: non meno di 60 pallini di piombo sparati da un fucile (immagine in cartellina multimediale).
Il ritrovamento e’ stato possibile grazie al trasmettitore satellitare GPS/GSM che l’aquila indossava dal giorno del suo involo dal nido, avvenuto nella primavera del 2017. Da allora il rapace, che era stato chiamato Rocco, era costantemente monitorato e i sui tracciati satellitari venivano scaricati ogni giorno. L’operatore incaricato di controllare i dati trasmessi dal satellite delle oltre 20 aquile di Bonelli monitorate in Sicilia dal progetto Life ConRaSi, insospettito dall’anomala immobilita’ del rapace, ha raggiunto l’area da cui proveniva il segnale GPS, dove ha trovato la carcassa alla base di un gruppo di alberi. L’analisi dei dati del trasmettitore recuperato ha consentito poi di accertare l’esatta data del decesso. L’aquila in circa 3 mesi aveva percorso circa 20.000 chilometri, spostandosi principalmente nella porzione centro settentrionale e meridionale dell’isola, dove ormai si stava stabilendo. Prossima alla maturita’ sessuale, l’aquila Rocco avrebbe presto fornito dati preziosi per l’approfondimento della biologia ed etologia della popolazione siciliana delle specie, oggi fortemente minacciata.
Quest’uccisione si aggiunge a quella del settembre 2018 di un’altra aquila di Bonelli di appena 5 mesi in provincia di Trapani, a quella dell’avvoltoio capovaccaio abbattuto nell’estate 2018 sempre a Trapani e infine l’Aquila di Bonelli abbattuta nel 2017 presso Licata (AG). È degno di nota che queste informazioni sono relative soltanto ad animali monitorati attraverso telemetria satellitare, e questo fa sospettare che il bilancio reale (ossia relativo ad animali non marcati e quindi non rilevabili) possa essere ben piu’ grave. Infine risale ad appena un mese fa l’uccisione in provincia di Nuoro in Sardegna, con arma da fuoco, dell’aquila di Bonelli Tepilora, liberata nell’ambito del progetto Life Aquila a-Life. Senza alcun dubbio si tratta di atti dolosi, perche’ questi rapaci sono inconfondibili e quindi non confondibili con specie cacciabili.
vergognosi gesti di inciviltà