Una scuola alla zona industriale di Agrigento, la protesta di lavoratori e aziende
Lavoratori e aziende, chiamati a raccolta dalle sigle sindacali, manifestano preoccupazione per il futuro occupazionale legato all’ormai nota vicenda della presenza dell’istituto scolastico “Enrico Fermi”
Sit-in di protesta di lavoratori e aziende della zona industriale di Agrigento che si sono ritrovati questa mattina in piazza Cavour, chiamati a raccolta dalle sigle sindacali, per manifestare la preoccupazione per il futuro occupazionale legato all’ormai nota vicenda della presenza dell’istituto scolastico “Enrico Fermi” nel bel mezzo della zona industriale.
“Stiamo facendo questa protesta per sensibilizzare la popolazione agrigentina su un fatto che potrebbe avere ripercussioni sul lavoro in città – dice Mario Stagno, della Csil Ft – C’è una società, che lavora in proprio senza ricevere contributi, che ha un progetto già approvato di allargamento e che fornisce molti posti di lavoro. Il problema è che in quell’area – nella zona industriale – insiste una scuola. Lungi da noi voler fare polemica con l’istituto ma una scuola in una zona industriale non credo abbia senso. Non vogliamo scendere nel merito come questa scuola sia finita in una zona industriale. Molti lavoratori potrebbero restare senza occupazione se la società decidesse di ridimensionare il progetto. Non vogliamo difendere la ditta, e questo lo vogliamo puntualizzare. Stiamo difendendo il diritto al lavoro delle persone e anche il diritto agli studenti di stare in una zona più sicura.” ha concluso il sindacalista.
E’ intervenuta anche l’avvocato Carla Sicurello che rappresenta le aziende della zona industriale: “Il problema principale è la presenza dell’istituto scolastico alla zona industriale e – in quanto recettore sensibile – è un limite all’espansione delle stesse aziende le quali provano da diverso tempo ad ottenere autorizzazioni per potersi allargare nella loro “area” e, pur avendole ricevute dopo faticosi iter burocratici, non sono riuscite materialmente di eseguirle a causa della presenza della scuola che va tutelata. Siamo i primi a ritenere legittime le istanze avanzate sul diritto alla salute degli studenti ma siamo altrettanti preoccupati per quello che sarà il futuro delle aziende.”
“E’ l’ennesimo paradosso. Una scuola in una zona industriale che doveva essere una soluzione provvisoria e che invece sta mortificando il giusto diritto di alunni e famiglie di trovarsi in un contesto integrato piuttosto che slegato, come peraltro prevede la legge.” dice Gero La Rocca, presidente di Confindustria Giovani che prosegue: “Dall’altra parte le imprese si trovano davanti ad un continuo diniego di ulteriori progetti proprio perché insiste questa scuola. Si crea così un doppio danno: alle scuola e alle imprese che sono chiamate, in questo momento storico, a far fronte a investimenti che rientrano in una prospettiva di rilancio ma che invece potrebbero addirittura spostarsi dall’area industriale.”