Migranti, cinque salme troveranno riposo nel cimitero di Palma di Montechiaro
La città del Gattopardo aveva accolto negli ultimi due anni altre 12 salme
Sono 5, e non 4, le bare di migranti, tutti adulti, sbarcate dal traghetto “Novelli” a Porto Empedocle e che sono in fase di trasferimento al cimitero di Palma di Montechiaro dove, dopo una breve cerimonia funebre, verranno tumulate.
Ad accogliere ci sarà il prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, e il sindaco di Palma di Montechiaro Stefano Castellino. La città del Gattopardo aveva accolto negli ultimi due anni altre 12 salme.
“Le bare che dovevamo ospitare erano 4. Poi sono stato contattato dal prefetto per un ulteriore posto. Non faremo mai mancare la nostra risposta all’appello dello Stato da un lato e a quello umanitario dall’altro – ha detto il sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino -. Non si può restare in silenzio dinanzi a tutto questo. Il fenomeno va affrontato in maniera organica e seria: non si può impedire alle persone di cercare un futuro migliore, ma non possiamo più permettere che le nostre acque siano Mediterraneo di morte”.
“L’accoglienza non è compito delle ong, né di chi si improvvisa. Serve costruire un corridoio umanitario e l’Europa tutta deve farsi carico di queste persone. L’Occidente è in debito con l’Africa per crimini commessi in passato e perché ci sono ancora oggi Stati europei che sull’Africa fanno i soldi”. Lo ha detto il sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino, che ha accolto nel cimitero della sua città 5 salme recuperate nei giorni scorsi al largo di Lampedusa e trasferite ieri sera con il traghetto Novelli. Anche Palma di Montechiaro è terra di frontiera, in passato sono stati innumerevoli gli sbarchi di migranti, giunti in maniera autonoma, che si sono registrati. “Il soccorso non può essere demandato alle ong – dice Castellino in riferimento alle decisioni del neo governo di chiudere i porti alle navi di soccorso -. Ma non si può assistere, né accettare, che queste persone si facciano morire in mare. Le ong, del resto, in assenza dell’Unione europea hanno, in questi anni, evitato una ecatombe. Meritoria quindi l’azione di salvataggio, ma non lo è la speculazione politica. Non possono trovare porto sicuro sempre in Italia e non a Malta o in Spagna”.