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Anche la Chiesa diocesana deve essere presente in “Agrigento città della cultura 2025”

Va dato atto che da alcuni anni in qua la città è molto vivace, attiva, impegnata, presente nel panorama culturale italiano

Pubblicato 2 anni fa

di Vincenzo Arnone*

Vorrei esprimere una mia opinione – per quanto possa valere – sulla scelta di Agrigento capitale della cultura 2025.

Anzitutto sono ben felice e contento.

Da quel che leggo e ascolto, ho l’impressione che si vada scivolando su due estremi.

Da una parte una filastrocca di parole retoriche, ampollose, fuori dalle righe che sono… come la panna sopra il gelato! Espressioni fuori luogo che risentono di una rivalsa, di un senso di riscatto. O di voglia di primeggiare: Noi siamo!

Dall’altra un atteggiamento di “irritazione culturale”, di distacco o peggio, paragonabile al proverbiale cinese che sta sul ponte ad aspettare il cadavere del nemico, così da poter dire: te lo dicevo io, avevo ragione io.

I primi ammantano di parole al vento la realtà che, oltretutto è bella; i secondi hanno paura di rallegrarsi con il popolo, in un atteggiamento elitario. Ai primi andrebbe detto: queste nomine vanno e vengono… oggi tocca ad Agrigento, domani a ….Borgomanero.  E poi, queste nomine servono per migliorare la viabilità, il volto della città, i servizi essenziali. Di qui al 2025 tante cose si potrebbero fare.

Ai secondi che dicono: ci sono tanti problemi irrisolti, tante contraddizioni nella viabilità, nei servizi, nella vita sociale va detto: quando è stata proclamata Matera capitale della cultura tutti abbiamo applaudito, giustamente; ma ancora oggi per raggiungere con i mezzi pubblici Matera da Firenze ci vuole un giorno, e non siamo in Sicilia. Certamente per quando riguarda Agrigento, bisognerebbe al più presto por fine ai lavori sulla Palermo-Agrigento e altre strutture sociali, e rendere più agibile il rapporto tra una città e l’altra .

Il termine cultura poi. Viene usato e abusato, a proposito e a sproposito; certamente la cultura non è quella salottiera, borghese, che vive di rimpianti e non si rinnova, che fa tante distinzioni e classifiche. C’è più cultura in 10 versi di Leopardi che in tante nostre parole! Qui il problema sarebbe troppo lungo; ma la vera cultura si fa anzitutto nel chiuso della propria camera, e leggendo i libri “perenni” che non passano mai.

Credo poi che, in una tale grande circostanza, la Chiesa Diocesana nelle sue espressioni più alte e rappresentative dovrebbe essere presente. Mi spiego: che non sia l’impegno del singolo prete di buona volontà che chiede l’elemosina… culturale, bensì una programmazione spinta, promossa, voluta dal Vescovo per dire come veramente ci sono tante persone di valore e tanti beni culturali religiosi sparsi in città e nella provincia, che andrebbero conosciuti meglio.

Tutto sommato, comunque, va dato atto che da alcuni anni in qua la città è molto vivace, attiva, impegnata, presente nel panorama culturale italiano.

*Sacerdote-scrittore di Favara. Oggi rettore della Chiesa San Giovanni Battista – autostrada Firenze Nord.

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