Licata

Licata, Anna Triglia presidente del Consiglio comunale: come previsto

di Gaetano Cellura

Pubblicato 2 anni fa

Due dati politici emergono ufficialmente dal Consiglio comunale di ieri sera. Dati che confermano le previsioni della vigilia. Abbastanza scontate in realtà. Primo dato. Tutto il centrodestra licatese si ricompatta intorno ad Anna Triglia. Eletta (19 voti a favore e cinque astenuti, i consiglieri del M5Stelle) alla presidenza del civico consesso. Ѐ la seconda donna, dopo Carmelinda Callea, a occupare l’importante carica.  Da spurio, com’era nei cinque anni di Galanti, il centrodestra diventa organico. E vi sono rappresentati tutti i partiti dello schieramento. Pure la Dc Nuova di Cuffaro, che non ha sostenuto il sindaco Balsamo; e l’MPA di Di Mauro che si appresta a costituire il proprio gruppo consiliare. Il capogruppo della Dc, Giuseppe Russotto, ha detto che i suoi consiglieri restano all’opposizione. Ma i quattro consiglieri di Di Mauro più i tre di Cuffaro, uniti, fanno sette consiglieri: numero notevole che di fatto sancisce una primazia moderata e neocentrista. Nella maggioranza e nella città. Secondo dato. Il M5Stelle ha rifiutato la vicepresidenza del consiglio. E anche questo nel pieno rispetto delle previsioni. La vicepresidente Dainotto, subito dopo la sua elezione, ha detto di non poter accettare la carica in ossequio alla linea politica del proprio gruppo. E a quel punto il Consiglio comunale ha deciso di rinviare a un secondo appuntamento l’elezione del vicepresidente. Il mio pensiero è noto su questo tema. Con l’elezione di Fabio Amato in consiglio comunale, cioè del più immediato competitor del sindaco eletto, proprio a lui andava assegnata la presidenza del Consiglio: riconoscimento democratico per i seimila e passa voti ottenuti dai cittadini. La maggioranza ha deciso diversamente. Seguendo un canone stabilito e di fatto disconoscendo questa novità assoluta. Per Licata e per il suo Consiglio comunale. Anche se fortemente sbilanciato nei numeri, la città vive un suo bipolarismo, una sua divisione netta sancita dall’elettorato. E meritava riflessione e dibattito. Tutto questo senza nulla togliere alla scelta della nuova presidente e alla legittimità della sua elezione. 

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