Strage di Monreale, papà di una vittima: “Voglio giustizia sennò me la faccio da solo”
“Volati via troppo presto, ma resterete per sempre nei nostri cuori e di chi vi ha voluto bene. Circondati dall’amore che non smetterà mai di abbracciarvi Salvatore, Massimo e Andrea”. E’ uno dei messaggi appesi nelle fioriere dove sono ben visibili i fori dei proiettili in via Benedetto D’Acquisto a Monreale nei pressi del pub […]
“Volati via troppo presto, ma resterete per sempre nei nostri cuori e di chi vi ha voluto bene. Circondati dall’amore che non smetterà mai di abbracciarvi Salvatore, Massimo e Andrea”.
E’ uno dei messaggi appesi nelle fioriere dove sono ben visibili i fori dei proiettili in via Benedetto D’Acquisto a Monreale nei pressi del pub dove è avvenuta la sparatoria. Sui vasi ci sono anche le foto dei tre giovani monrealesi Andrea Miceli, Salvatore Turdo e Massimo Pirozzo uccisi con colpi di pistola per futili motivi la notte tra sabato e domenica da alcuni palermitani.
Striscione in piazza dedicato a vittima
“Non lo spegni il sole se gli spari”. Uno striscione bianco con questa frase è apparso su un balcone della piazza che sovrasta il 365, pub di Monreale davanti al quale nella notte tra sabato e domenica si è verificata la sparatoria che ha causato la morte di tre giovani e il ferimento di altri due. Lo striscione è firmato dagli ‘Ultras Pioppo’, frazione della cittadina normanna in provincia di Palermo, ed è dedicato ad Andrea Miceli, una delle tre vittime. Il ragazzo, che aveva 26 anni, giocava infatti come attaccante nel Real Pioppo, squadra di calcio che milita nella terza categoria regionale.
Domani incarico a medici per autopsia
Sarà conferito domani alle 14.30 in Procura, a Palermo, l’incarico ai medici legali che dovranno eseguire l’autopsia di Salvo Turdo, Massimo Pirozzo e Andrea Miceli, i tre ventenni uccisi durante una sparatoria a Monreale, sabato scorso. A effettuare gli accertamenti saranno Stefania Zerbo, Tommaso D’Anna e Simona Pellerito.
Caccia ai complici dell’indagato
Non si fermano le ricerche di tutti i componenti del gruppo ritenuto responsabile, a vario titolo, della strage di Monreale. Sarebbero ricercati altri quattro dopo il fermo del diciannovenne che ha confessato ai carabinieri, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al magistrato. Sarebbero almeno due, in particolare, i componenti del branco di palermitani che hanno aperto il fuoco contro il centinaio di persone che affollava, nella notte tra sabato e domenica, la via Benedetto D’Acquisto, di fronte al Pub 365: ne sono convinti gli inquirenti, che cercano un altro giovane che – come Salvatore Calvaruso, già arrestato – hanno sparato ad alzo zero e ad altezza d’uomo sui ragazzi che stavano trascorrendo una serata tranquilla. Nell’eccidio sono morti Andrea Miceli, Salvatore Turdo e Massimo Pirozzo, feriti un trentatreenne e un sedicenne. I carabinieri hanno ricostruito che almeno cinque persone hanno fatto irruzione in via D’Acquisto, non lontano dal Duomo di Monreale, scatenando una rissa selvaggia, a colpi di tavolini e sedie, poi certamente Calvaruso – secondo l’accusa – ha impugnato una pistola e ha cominciato a sparare “oltre 20 colpi sulla folla di 100 persone”. In questa azione non sarebbe stato da solo: si cerca non solo l’altro che ha sparato, ma anche gli altri. Rischiano tutti l’incriminazione per strage. Sparatoria Monreale, perquisizioni allo Zen e a Borgo Nuovo
Si cerca ancora l’arma che ha sparato
Non è stata ancora ritrovata l’arma usata nella notte tra sabato e domenica nella sparatoria che ha provocato tre morti, tutti ventenni. Si tratta di una semiautomatica. Il ragazzo di 19 anni dello Zen fermato nella notte non ha riferito agli investigatori dove avrebbe nascosto la pistola. Ma le armi usate sarebbero state almeno due. Quindi, si cerca anche una seconda pistola semiautomatica. Sono almeno 20 i colpi sparati come scrive anche il pm nel provvedimento di fermo.
Perquisizioni allo Zen e a Borgo nuovo
Carabinieri e polizia stanno passando al setaccio il quartiere Zen e il quartiere Borgo Nuovo a Palermo dopo la sparatoria di sabato notte in piazza a Monreale. Sono in corso indagini, perquisizioni in diverse abitazioni e magazzini per risalire ai complici e cercare le armi utilizzate per uccidere tre giovani e ferirne altri due nei pressi del pub 365 in via Benedetto D’Acquisto a Monreale. I carabinieri stanno cercando le armi anche a Monreale. Le pistole che hanno sparato potrebbero essere state abbandonate durante la fuga dai protagonisti della sparatoria.
I papà delle vittime, “Vogliamo giustizia”
“Vogliamo giustizia. Giustizia vera”. Parlano i papà di Salvatore Turdo e Andrea Miceli, due dei tre giovani uccisi a colpi di pistola nella strage di Monreale. Le famiglie dei due cugini sono riuniti a casa per darsi forza a vicenda. “Queste non sono persone, non hanno sangue nelle vene”, afferma Giacomo Miceli. Andrea prima di finire sotto i colpi, ha tentato salvare il cugino e aveva fatto allontanare la fidanzata: “Era un ragazzo solare, amato da tutti, responsabile e la sua grande passione era il calcio. O fanno giustizia o me la faccio io”.
“Non si può descrivere il dolore che proviamo, non si può descrivere”, aggiunge l’altro papà, “mio figlio lavorava e il sabato usciva solo per divertirsi e purtroppo hanno incontrato ragazzi che erano lì solo con l’intenzione di uccidere. Non so se ora riusciremo ad andare avanti…”.
‘Mi dispiace per mio figlio e per le persone uccise’
“Mi dispiace per mio figlio, per le persone uccise, per tutto quello che è successo. Al momento non sappiamo nulla. Siamo distrutti”.
Lo ha detto al quotidiano online Livesicilia la madre di Salvatore Calvaruso, il 19enne fermato con l’accusa di strage per aver ucciso durante una rissa tre ventenni di Monreale. “Anche mio figlio era un grande lavoratore”, ha aggiunto.
16enne ferito, ‘sono vivo per miracolo’
“Mi hanno sparato in testa. Non ho visto chi ha sparato, ho solo sentito i colpi. Sono vivo per miracolo. Io non ho partecipato alla rissa”.
E’ quanto ha detto il giovane di 16 anni ricoverato all’ospedale Ingrassia intervistato dal Tg Com. Il giovane ha una ferita alla testa ma non è in pericolo di vita. “In quei momenti credevo di morire – ha aggiunto – Chiedo giustizia, chi ha fatto questo deve pagare. Voglio solo dire condoglianze alle famiglie delle vittime”.