La maxi inchiesta Hybris, 20 anni di carcere anche alla moglie del capo del Bronx di Licata
Si chiude con quattro condanne e un’assoluzione un altro dei tronconi della maxi inchiesta Hybris: 20 anni di carcere alla moglie del capo della banda
Venti anni di reclusione anche per la moglie del presunto capo dell’intera organizzazione. Lo hanno stabilito i giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, nei confronti di Antonietta Casaccio, 43 anni, di Licata. Il tribunale le ha inflitto la stessa pena che era già stata applicata al marito Michele Cavaleri, ritenuto al vertice di un gruppo criminale – con base nel quartiere Bronx di Licata – in grado di trafficare sostanze stupefacenti non soltanto in provincia di Agrigento ma anche in mezza Sicilia.
I giudici hanno, inoltre, deciso altre tre condanne e un’assoluzione: si tratta di Fabio Della Rossa (14 anni di reclusione), Francesco Cavaleri (3 anni e 3 mesi di reclusione) e Salvatore Cavaleri (1 anni e 3 mesi di reclusione con pena sospesa). L’unico assolto – in questo troncone processuale – è Fabrizio Truisi, 41 anni. L’accusa nei suoi confronti aveva chiesto la condanna a 13 anni di reclusione mentre il tribunale, accogliendo la richiesta dell’avvocato Gaspare Lombardo, lo ha scagionato. Nel collegio difensivo anche gli avvocati Giovanni Castronovo e Giuseppe Vinciguerra.
L’operazione Hybris, che nel febbraio 2023 culminò con l’arresto di 25 persone, ha portato alla luce l’esistenza e la piena operatività di un gruppo criminale dedito all’importazione, al trasporto e alla vendita di ingenti quantitativi di cocaina. La base operativa dell’associazione è il Bronx di Licata. Un intero quartiere che sembrava inespugnabile ma che invece è stato letteralmente scardinato da un’intensa attività investigativa durata quasi un anno e mezzo. Perché a controllare e monitorare ciò che avveniva nel quartiere non erano soltanto i poliziotti ma anche gli stessi indagati.
Il gruppo, capeggiato e diretto da Michele Cavaleri, già condannato a 20 anni nello stralcio abbreviato, aveva infatti allestito un vero e proprio servizio di vigilanza sul territorio: telecamere installate nei vari punti di accesso oltre a vedette e sentinelle pronte a far scattare l’allarme all’eventuale arrivo delle forze dell’ordine. E durante le indagini è emerso come il sodalizio controllasse, ad esempio, gli spostamenti delle pattuglie arrivando anche a contare le automobili e ipotizzare un blitz.