Capitale della cultura, il ministro Giuli: “La situazione non è fuori controllo”
Dichiarazioni che non vanno giù alla deputata Iacono che dice: "Giuli difende amministratori ‘amici’"
“Su Agrigento capitale della Cultura la Regione ha fatto un grande lavoro: laddove siano emerse criticità nell’organizzazione, e non possiamo negare che questo sia avvenuto, va comunque ricordato che la Regione monitora tutto”. Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, a margine della presentazione, a Villa Malfitano a Palermo, del suo libro “Antico presente. Viaggio nel sacro vivente” alla presenza dell’assessore regionale alla cultura Francesco Paolo Scarpinato. ” Il ministero è in contatto costante con la Regione, anche noi faremo la nostra parte. Agrigento è troppo importante per lasciarla alle piccole inadempienze che generano grandi problemi: da Schifani abbiamo sempre avuto una risposta e a quanto mi risulta la situazione non è fuori controllo”, ha aggiunto Giuli ai microfoni di Italpress.
Dichiarazioni che non sono passate in sordina. Ad intervenire è la deputata agrigentina Giovanna Iacono del Partito Democratico, che alla luce delle inadempienze su Agrigento 2025, annuncia una nuova interrogazione con l’obiettivo di fare piena luce sull’intera organizzazione e garantire trasparenza, responsabilità e rispetto nei confronti degli agrigentini e della cultura italiana.
“Il ministro Giuli riconosce apertamente le gravi inadempienze e le evidenti criticità nell’organizzazione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura. Tuttavia, cerca di giustificare l’operato di amministratori “amici” con argomentazioni che risultano fuori luogo e decisamente di cattivo gusto. Invece di ergersi a difensore d’ufficio, dice la deputata agrigentina Giovanna Iacono del Pd, il ministro si concentri sull’essenziale: faccia lavorare i suoi uffici per verificare che i fondi pubblici destinati a questa importante iniziativa vengano realmente impiegati in modo efficace e trasparente. Perché se così non fosse, ci troveremmo davanti a una responsabilità grave, che ricadrebbe su tutti i livelli istituzionali coinvolti”, ha concluso la Iacono.