Agrigento

Agrigento, blitz “Kerkent”: Cassazione conferma 4 misure cautelari

La Corte di Cassazione ha giudicato inammissibile il ricorso presentato dai difensori di quattro persone coivolte, e arrestate, nel corso del blitz antimafia denominato “Kerkent” del 4 marzo scorso. Il blitz, che registrò 35 persone finite in manette, avrebbe, secondo gli investigatori, disarticolato la nuova famiglia mafiosa di Agrigento, e relativi traffici di sostanze stupefacenti. […]

Pubblicato 5 anni fa

La Corte di Cassazione ha giudicato inammissibile il ricorso presentato dai difensori di quattro persone coivolte, e arrestate, nel corso del blitz antimafia denominato “Kerkent” del 4 marzo scorso.

Il blitz, che registrò 35 persone finite in manette, avrebbe, secondo gli investigatori, disarticolato la nuova famiglia mafiosa di Agrigento, e relativi traffici di sostanze stupefacenti.

Bocciato il ricorso di Gerlando Massimino, 32 anni, di Agrigento, figlio di Antonio Massimino, ritenuto la figura centrale di tutta l’inchiesta. Respinte anche le istanze di Angelo Iacono Quarantino, 28 anni, di Porto Empedocle, Vincenzo Sanzo, 37 anni, di Agrigento, e Alessio Di Nolfo, 33 anni, anche lui nativo della Città dei Templi.

Per i quattro, indagati a vario titolo, dunque, la Suprema Corte ha confermato le ordinanze cautelari cui sono sottoposti.

Solo Iacono Quarantino si trovati agli arresti domiciliari, mentre gli altri tre indagati che si sono visti respingere i ricorsi sono attualmente in carcere.

Ecco le persone raggiunte dalla misura cautelare all’epoca del blitz avvenuto circa 7 mesi fa: James Burgio, 25 anni di Porto Empedocle, inteso “Jenny”; Salvatore Capraro, di Villaseta (Agrigento) 19 anni; inteso “Ascella”; Angelo Cardella, 43 anni di Porto Empedocle; Marco Davide Clemente, 25 anni di Palermo inteso “Persicheddra”; Fabio Contino, 20 anni di Agrigento;  Sergio Cusumano,56 anni di Agrigento; Alessio Di Nolfo, 33 anni di Agrigento; Francesco Di Stefano, 43 anni di Porto Empedocle, detto “Francois”; Daniele Giallanza, 47 anni di  Palermo inteso “Franco”;

Gli arrestati dell’operazione Kerkent

Eugenio Gibilaro, 45 anni di Agrigento; Angelo Iacono Quarantino, 24 anni di Porto Empedocle; Pietro La Cara, 42 anni di Palermo,  inteso “Pilota’ o “Corriere”; Domenico La Vardera, 38 anni,   inteso “Mimmo”; Francesco Luparello, 45 anni di Realmonte; Domenico Mandaradoni, 31 anni di Tropea e residente a Francica; Antonio Massimino, 51 anni diAgrigento;  Gerlando Massimino, 31 anni di Agrigento; Saverio Matranga, 41 anni di Palermo; Antonio Messina, 61 anni di Agrigento inteso “Zio Peppe”; Giuseppe Messina, 38 anni di Agrigento; Messina Valentino, 56 anni di Porto Empedocle; Liborio Militello, 58 anni di Agrigento; Gregorio Niglia, nato Tropea e residente a Briatico, 36 anni; Andrea Puntorno, 42 anni di Agrigento; Calogero Rizzo, 49 anni di Raffadali; Francesco Romano, 33 anni nato a Vibo Valentia e residente a Briatico; Vincenzo Sanzo, 37 anni di Agrigento, inteso “Vicè ovu’; Attilio Sciabica, 31 anni di Agrigento; Luca Siracusa, 43 anni di Agrigento; Giuseppe Tornabene, 36 anni di Agrigento  inteso “Peppi lapa’; Calogero Trupia, 34 anni di Agrigento inteso “Cuccu” e  Francesco Vetrano, 34 anni di  Agrigento, inteso “nivuru.

I carabinieri arrestarono anche i due presunti fiancheggiatori (posti ai domiciliari) del boss di Agrigento Antonio Massimino. Si tratta di Gabriele Miccichè, 28 enne di Agrigento, ritenuto braccio operativo del boss Massimino e Salvatore Ganci, 45 enne del luogo, commerciante di autovetture.

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