Agrigento, immondizia abbandonata e diritto alla verità
Riceviamo e pubblichiamo, Egregio Direttore Le scrive il difensore della persona offesa nel processo penale che vede il sindaco di Agrigento imputato, insieme all’ex comandante dei Vigili Urbani, per diffamazione aggravata ed altro reato, udienza il 2 Marzo prossimo venturo. Le continue esternazioni del primo cittadino hanno determinato il mio assistito a prendere posizione sulla […]
Riceviamo
e pubblichiamo,
Egregio
Direttore
Le
scrive il difensore della persona offesa nel processo penale che vede il sindaco
di Agrigento imputato, insieme all’ex comandante dei Vigili Urbani, per
diffamazione aggravata ed altro reato, udienza il 2 Marzo prossimo venturo.
Le
continue esternazioni del primo cittadino hanno determinato il mio assistito a
prendere posizione sulla vicenda per smentire seccamente la versione dei fatti
che lo stesso continua a veicolare, malgrado conosca gli atti processuali.
I
fatti.
Il
15 Marzo 2018, mentre la persona offesa stava per conferire presso il
cassonetto di un’ isola ecologica deputato alla raccolta del secco residuo, è
stata oggetto di un “particolare” controllo amministrativo, degenerato nelle
condotte illegittime, da parte degli odierni imputati, l’allora comandante
della polizia municipale ed il sindaco, contestate nei capi di imputazione, dei
quali gli stessi sono chiamati a rispondere.
L’attuale
sindaco, ricevuta l’immagine del mio assistito da parte del comandante, ha
proceduto alla pubblicazione della foto ed al susseguente dileggio mediatico,
sistematico e reiterato.
Per
tale ragione è stata presentata denuncia querela.
E’
falso che la persona offesa ha abbandonato i rifiuti per strada.
E’
falsa l’affermazione del lancio dei rifiuti nella pubblica via.
Per
tali condotte diffamatorie, oltre che per la violazione nel trattamento dei
dati personali, il sindaco e l’ex comandante dei Vv. Uu. saranno processati avanti
al Tribunale di Agrigento
Malgrado
vittima della campagna diffamatoria, si ripete continuata anche dopo la
conoscenza piena degli atti di indagine, il mio assistito ha preferito serbare
un rigoroso riserbo nel rispetto del lavoro del magistrato in vista dell’imminente
processo, nel quale ciascuno potrà far valere le sue ragioni nel rispetto del
contraddittorio e dell’altra parte.
Chi
indossa la fascia tricolore avrebbe dovuto serbare il medesimo rispetto per il processo.
I
giudizi di piazza, sommariamente celebrati quasi quotidianamente sui social,
con l’aiuto di chi ritiene di interpretare il suo ruolo reggendo un microfono,
non possono e non debbono continuare, sia per il dovuto rispetto al processo,
sia per il dovuto rispetto al cittadino che, si ricorda e si ripete, è parte
offesa, e non ha mai posto in essere lanci di immondizia o altri comportamenti
censurabili.
La
presente nota per comunicarLe e comunicare a chiunque che qualsiasi ulteriore
diffusione di notizie false comporterà la presentazione di altre querele e
denunce avanti l’Autorità giudiziaria.
Cordiali
Saluti
Avv. Vincenzo
Gorgone