Agrigento

Al Teatro Pirandello una splendida serata in onore di Pippo Flora

Cresciuto in una famiglia di artisti vicini alla famiglia Pirandello e Zirretta, Pippo  Flora ha allevato intere generazioni di artisti

Pubblicato 1 anno fa

Gran bell’omaggio lo spettacolo allestito in memoria di Pippo Flora nell’anniversario della sua scomparsa un anno fa.

Il Teatro Pirandello di cui Flora fu soprintendente è al completo e la platea che è stata intitolata al suo nome “ribolle” di amici, discepoli ed estimatori del musicista e compositore di quel brano capolavoro che è il “Padre nostro” del  musical “I promessi sposi” realizzato con Michele Guardì. La serata non poteva non portare la firma del regista tv Guardi che di Flora si è sempre definito “il fratello minore”, un particolare significativo che è stato fatto notare dal presidente della Fondazione Teatro Pirandello, Alessandro Patti che insieme all’amministrazione comunale ha proposto l’evento. “In occasione del primo anniversario della morte di Pippo – ha dichiarato Patti – abbiamo voluto organizzare una serata con l’obiettivo di rendere omaggio a questo grande artista che, dopo non poche tribolazioni, era riuscito in vita ad ottenere il riconoscimento delle sue indubbie qualità artistiche. Ma anche il ricordo di un uomo, primo sovrintendente del Pirandello, fin dal giorno della sua riapertura nel 1995, che si è speso alacremente affinché il teatro prima venisse restituito alla Città e dopo che riprendesse la sua consueta e prestigiosa attività”.

 Ed è stato lo stesso Patti ad accompagnare al pianoforte il “Coro Magnificat” che tiene ancora alto il nome del suo fondatore Pippo Flora.

La manifestazione presentata dall’attrice Marcella Lattuca  ha visto accedere sulla scena il sindaco Franco Miccichè, Guardi che fu il primo direttore artistico e l’ex sindaco Calogero Sodano a cui si deve la riapertura nel 95 del Teatro Pirandello.

Sodano  insieme a Guardì racconta particolari e vicissitudini inedite della riapertura che fu inaugurata da “I giganti della montagna” per la regia di Giorgio Strehler. 

Momenti clou della serata, oltre al  “Coro Magnificat” che ha aperto la sua esibizione con il celeberrimo  “Canto dell’alba” e poi con altri brani di Flora, ha fatto seguito una splendida sequenza visiva e  canora tratta da “I promessi Sposi” con gli stessi interpreti del musical,  Giò Di Tonno, Graziano Galatone, Noemi Smorra e Cristian Gravina.

Sequenze canore perfettamente sincronizzate con le immagini dei “Promessi” proiettate su grande schermo che hanno mandato in visibilio il pubblico. E non poteva che essere così, le cronache di questi giorni ci hanno ricordato come Pippo Flora sia oggi considerato l’anima musicale e culturale della città. Fino alla fine dei suoi giorni aveva voluto rimanere a vivere nella sua grande casa sulla Rupe Atenea: “Il posto più bello di Agrigento” diceva, con vista sulla Valle dei Templi e sul mare africano. Qui traeva ispirazione per le sue celebri composizioni musicali tra cui “Il canto dell’alba” in omaggio al sorgere del sole, che è diventato “l’inno ufficiale” della Valle dei Templi e della Sagra del mandorlo in fiore.

Cresciuto in una famiglia di artisti vicini alla famiglia Pirandello e Zirretta, Pippo  Flora ha allevato intere generazioni di artisti ed ha stretto un sodalizio artistico e umano con numerosi personaggi del mondo dello spettacolo. Grande appassionato di musica jazz e in particolare di musical Flora ha iniziato la sua carriera musicale scrivendo opere come, “Nela e Sahabin” che racconta di una storia d’amore, basata su una leggenda, tra un ragazzo ebreo e una ragazza musulmana. Un’opera suggestiva che anticipava e ammoniva a capire e superare i conflitti del mondo d’oggi.

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