Droga dal Brasile per le piazze di spaccio italiane: in manette il narcos “vicino” al clan di Agrigento
Un unico cartello della droga con base a Vibo Valentia pensava all’approvvigionamento della sostanza stupefacente che – dal Brasile o dall’Albania – serviva poi per rifornire le piazze di spaccio di mezza Italia. E’ questa l’ipotesi della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro che, nella giornata di ieri, ha dato vita ad un’operazione che ha portato […]
Un unico cartello della droga con base a Vibo Valentia pensava all’approvvigionamento della sostanza stupefacente che – dal Brasile o dall’Albania – serviva poi per rifornire le piazze di spaccio di mezza Italia. E’ questa l’ipotesi della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro che, nella giornata di ieri, ha dato vita ad un’operazione che ha portato all’arresto di 11 persone e che conta circa 60 indagati. L’accusa è associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Tra le undici persone arrestate c’è anche una “vecchia conoscenza” del panorama siciliano e agrigentino. Si tratta del calabrese Gregorio Niglia, alias “Lollo”, 37 anni, ritenuto vicino all ndrina guidata da Giuseppe Antonio Accorinti, capobastone del locale di ‘ndrangheta di Zungri.
Il nome di Gregorio Niglia compare infatti anche nell’inchiesta della Dia di Agrigento, guidata dal vicequestore Roberto Cilona, denominata “Kerkent”: in quell’occasione furono 34 gli arresti e tra i destinatari delle misure cautelari c’era proprio Niglia, accusato di essere uno dei punti di riferimento del “canale calabrese” dove il clan Massimino si riforniva. Gli investigatori della Dia di Agrigento nel marzo 2016 documentarono l’arrivo di Gregorio Niglia ad Agrigento dove, in compagnia di un altro soggetto calabrese, si recarono in un’abitazione utilizzata da Antonio Massimino consegnando ad una donna 400 grammi di ketamina e 67g di cocaina. Di contro, i calabresi tornavano con una cifra in contanti di 5900 euro.
L’inchiesta Kerkent è approdata in aula e per lo stesso Niglia, a processo col rito abbreviato, sono stati richiesti 10 anni di carcere. Adesso un altro arresto, sempre per traffico internazionale di stupefacenti.