Agrigento

Il generale agrigentino Portolano: “Così abbiamo aiutato le donne afghane”

Il generale agrigentino, comandante del comando operativo di vertice interforze, ha coordinato le operazioni di evacuazione

Pubblicato 4 anni fa

“Della presenza italiana in Afghanistan resterà l’aver mostrato alle donne che esiste un mondo migliore rispetto a quello che conoscevano nel loro Paese”. Lo afferma il generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano in un’intervista al ‘Corriere della Sera’. “In soli 14 giorni e in condizioni difficili abbiamo evacuato e portato in salvo 4.890 cittadini afghani tra cui molte donne e bambini. Abbiamo fatto il massimo”. Così il generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, comandante del comando operativo di vertice interforze aggiungendo che è terminato “l’impegno ventennale delle forze armate italiane in Afghanistan”

“Siamo stati noi ad appoggiare con forza l’apertura di incarichi di responsabilità al mondo femminile, come non era mai accaduto prima – sottolinea – Penso all’attività che abbiamo condotto insieme con Maria Bashir (prima e unica donna a ricoprire l’incarico di procuratore capo nella provincia di Herat, poi rimossa nel 2015 dall’allora presidente Ghani) per la riuscita dei programmi a favore dei diritti delle donne e al miglioramento della loro condizione”. “La democrazia, dal mio punto di vista, non si esporta, deve crescere all’interno del Paese, anche se servono almeno un paio di generazioni – prosegue Portolano – Il motivo base della missione italiana è stato quello di portare avanti il concetto del rispetto dei diritti umani dove non c’era. Con il dolore e la riconoscenza ai 54 caduti e ai 723 feriti italiani, e la preoccupazione per i collaboratori afghani che non sono ancora riusciti a fuggire, sappiamo di aver ottenuto risultati brillanti almeno con una generazione”. “Le decisioni prese in ambito internazionale prevedevano un ritiro progressivo, ma la componente americana ha privilegiato una strategia più rapida, dopo che un primo accordo con i talebani prevedeva un ritiro delle forze Nato entro il primo maggio scorso, poi spostato in avanti all’11 settembre prossimo, una data simbolica dopo 20 anni dall’inizio della missione internazionale, ma – conclude – senza tener conto della situazione che si stava sviluppando sul campo!

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