Agrigento

La “Costa del mito” umiliata dalla stagnazione politica

Conversazione nella “Sicilia agrigentina” tra Diego Romeo e Paolo Cilona

Pubblicato 3 anni fa

La “Costa del mito” sfodera proprio in questi giorni, il suo conosciuto e millenario dossier e continua ad offrire all’attenzione delle genti” l’area archeologica più estesa al mondo” presentandola alla Borsa del turismo di Milano in programma dal 10 al 12 aprile 2022”. La cronaca di questi giorni ci dice come il governo regionale e il Pd si siano trovati concordi sulla vecchia “bomba” rigassificatore. Tutti appiattiti su antichi silenzi e vecchi errori di visione futura, di  progettualità. Quindi  ancora una ovvia e sprecata campagna elettorale?

“Le scelte strategiche come la realizzazione di un rigassificatore non possono essere calate dal cilindro degli speculatori ma appartengono al Governo del Paese sulla base di elementi morfologici, ambientali, paesaggistici e di sviluppo. Un governo serio e preparato non sceglierebbe il sito agrigentino dalle notevoli potenzialità di sviluppo turistico, culturale, paesaggistico e ambientale. Solo gli speculatori privati in barba alla casa natale Luigi Pirandello, Scala dei turchi, Villa romana, e parco archeologico con i millenari templi hanno scelto il sito per costruire il rigassificatore. Una vera provocazione in un Paese che dispone di oltre ottomila chilometri di costa. Nei loro progetti alberga solo il profitto, il Giove euro”.

Davvero pochi gli artisti agrigentini coinvolti per la pace in uno spettacolo che per conseguenza  è apparso  parziale e autoreferenziale. Anche attorno alla pace si lasciano mettere steccati e il sindaco con l’amministrazione comunale sprecano un’altra occasione per definirsi “ sindaco e amministrazione di tutti”.

Non ho visto lo spettacolo e non posso rilasciare alcuna considerazione su quanto da te evidenziato. Ritengo tuttavia che le tue riflessioni meritino un apposito dibattito in ordine  al mancato coinvolgimento di artisti locali specie in un momento in cui il tema della pace diventa il punto d’incontro per tutti coloro che si cimentano al cospetto del pubblico. Le tue oneste e personali annotazioni sono certo che andranno a buon fine. Chi mette steccati prima o poi si troverà al pari degli esclusi con grave nocumento per l’arte e per lo spettacolo”.

Ormai è uno stile collaudato: si crea una associazione e subito si chiedono soldi e si fonda anche il  “premio” per il solito giro di adepti. Un modo per riconoscersi nel clan o nella lobby o nella “fascia” sociale. Un tempo questo compito era devoluto al sindaco (in teoria sindaco di tutti) che addirittura come  Marco Zambuto fu costretto a far ruotare 44 assessori comunali  in 5 anni. Con il Guinness del primato di un” assessore per una notte” appannaggio dell’ex segretario Cisl Mimmo Catuara (in conseguenza delle improvvise dimissioni di Zambuto per una vicenda giudiziaria di cui fu poi assolto).

“Non ci faccio più caso. Da nove lustri nascono e muoiono enti, associazioni, confraternite, creati appositamente con lo scopo di dare vita ad un premio. Un atteggiamento probabilmente per rappresentare magari se stessi. Poco importa in quanto tendiamo all’effimero, alla ricerca di una passarella per sé e per gli amici. Purtroppo questa è la realtà che tu ben conoscendo uomini e cose hai ben evidenziato nella domanda.  Gli enti erogatori di contributi farebbero bene a chiedere l’attività svolta, almeno da cinque anni, per potere concorrere ai finanziamenti. Una scelta di buon gusto per evitare che nuovi soggetti creati ad personam possano bussare a quattrini nel nome della cultura”.

Sappiamo che il sen. Marinello del Movimento 5 stelle aveva incluso in un suo emendamento nel Pnnr, il problema aeroporto. Me lo diceva in una conversazione privata l’ ing. Furioso presidente Ordine degli ingegneri. Hai qualche notizia? Sarebbe gratificante oltre che rassicurante se il senatore dicesse qualcosa sugli esiti dell’iter governativo.

“Il problema dell’aeroporto non interessa più nessuno. È come quella scimmietta che non vede, non sente, non parla. Silenzio all’Assemblea regionale siciliana, silenzio a Montecitorio e a Palazzo Chigi. Eppure tutti sono consapevoli che per uscire dall’isolamento geografico occorre realizzare la struttura aeroportuale. Occorre un’ampia mobilitazione dei sindaci, delle forze politiche, sindacali, culturali ed economiche attorno all’aeroporto. Agrigento è l’unico capoluogo di provincia che non ha una autostrada per raggiungere il capoluogo regionale Palermo. I pochi cantieri ancora aperti dopo oltre dieci anni appartengono alla Lercara Friddi – Palermo. Una provincia del tutto isolata con strade interne intransitabili. Purtroppo come ho già detto siamo destinati all’isolamento senza vedere all’orizzonte uno spiraglio di sviluppo”.

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