Agrigento

“L’eredità di Falcone e Borsellino”:  una mostra contro gli indifferenti

“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei E stetti zitto perché mi stavano antipatici Poi vennero a prendere gli omosessuali E fui sollevato perché mi erano fastidiosi Poi vennero a prendere i comunisti Ed io non dissi niente perché non ero comunista. Un […]

Pubblicato 1 anno fa

“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari

E fui contento perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei

E stetti zitto perché mi stavano antipatici

Poi vennero a prendere gli omosessuali

E fui sollevato perché mi erano fastidiosi

Poi vennero a prendere i comunisti

Ed io non dissi niente perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me

E non c’era rimasto nessuno a protestare.

Mi sono venute in mente le frasi del pastore luterano antinazista Martin Niemoller che il drammaturgo Brecht utilizzò in una sua opera e credo che sia un colpo agli “indifferenti” questa mostra, “L’eredità di Falcone e Borsellino” promossadell’Ansa (la più importante agenzia di stampa nazionale, presente con il responsabile della redazione siciliana Franco Nuccio e con la corrispondente Concetta Rizzo) e del Liceo Scientifico di Agrigento “Leonardo”, guidato con sapienza dalla dirigente scolastica Patrizia Pilato.

Gli interventi dei rappresentanti delle Istituzioni – il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa e il procuratore capo, facente funzione, Salvatore Vella –  e la presentazione della giornalista Concetta Rizzo hanno avuto come denominatore comune  la tristezza del ricordo che le immagini dei fotografi hanno documentato negli ultimi decenni.  Una mostra che dovrebbe essere servita a colazione, a pranzo e a cena al popolo degli “indifferenti” che ancora va avanti nella solita farsa ipocrita di chi dice che bisogna cambiare le cose, adagiandosi in un finto dispiacere.

Una mostra di immagini che non deve sottrarsi  a una mobilitazione continuamente auspicata e poi disattesa per l’eliminazione di certe situazioni che sono talmente sentite nel profondo da non lasciare spazio alla perdita di tempo.

L’omertà e l’indifferenza sono diventate le problematiche del secolo che non toccano solo la mafia ma tutte le nuove Shoah che dilaniano il Medio oriente e che ignominiosamente abbiamo tralasciato.

La scuola e la Chiesa (anche quella di Kirill) dovrebbero riproporsi la ragione del loro essere istituzioni. E la Sicilia lungamente abituata ad essere suddita di poteri che l’hanno invasa (e oggi  ancora suddita di faraoni politici) dovrebbe finalmente comprendere la necessità di una salutare campagna di igiene mentale.

Contro una  categoria dello spirito che si chiama “indifferenza”.

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