Agrigento

Liste di attesa nella sanità, Cgil: “Non si può parlare di soluzioni se si scarica responsabilità su cittadini”

L’intervento del segretario provinciale della Cgil, Alfonso Buscemi

Pubblicato 43 minuti fa

In merito alle recenti dichiarazioni e polemiche relative all’azzeramento delle liste d’attesa nella
sanità pubblica agrigentina, come CGIL riteniamo doveroso intervenire per ristabilire il senso
della realtà e dare voce al disagio concreto dei cittadini. “Non possiamo accettare – dichiara il
Segretario Generale della CGIL di Agrigento, Alfonso Buscemi – che si parli di fine delle liste
d’attesa quando, in realtà, il cittadino viene semplicemente spostato da una struttura all’altra, da
un capo all’altro della provincia, come se fosse un numero e non una persona con difficoltà
reali. Non garantendo, quindi, la continuità assistenziale con il medico che prende in carico il
paziente. Questo non è abbattere le liste d’attesa, è solo spostare il problema altrove.” I territori
della nostra provincia sono estesi, spesso con collegamenti difficili e mezzi di trasporto
inadeguati. Pensare che un anziano o un malato cronico di Licata debba recarsi ad una visita
specialistica a Sciacca – o viceversa – è non solo irragionevole, ma anche irrispettoso della
dignità delle persone e delle loro condizioni di salute.

“Riteniamo – continua Buscemi – che
garantire una prima risposta in tempi rapidi debba significare offrire la prestazione in un luogo
accessibile e il più vicino possibile al domicilio del paziente. Le politiche sanitarie non possono
rispondere alla logica dei numeri, ma devono mettere al centro la persona, con le sue fragilità e i
suoi bisogni.” Pur riconoscendo e apprezzando l’impegno e lo sforzo organizzativo del Direttore
Generale dell’ASP di Agrigento, va detto con chiarezza che senza risorse adeguate e personale
sufficiente, ogni piano di miglioramento rischia di rimanere sulla carta. È il governo regionale
che ha la responsabilità politica e istituzionale di mettere le strutture sanitarie provinciali nelle
condizioni di funzionare: senza investimenti concreti, difficilmente si potrà garantire una sanità
pubblica di qualità. La CGIL chiede quindi all’ASP, al governo regionale e a tutti i soggetti
competenti, un confronto trasparente e costruttivo per riorganizzare realmente i servizi sanitari
sul territorio, puntando su assunzioni, risorse e potenziamento delle strutture locali, non su
soluzioni che scaricano la responsabilità sui cittadini più deboli.

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