Una veglia di preghiera per il Papa; l’arcivescovo Damiano ricorda l’incontro a Roma con Francesco
L'arcivesco Damiano ha raccontato il suo incontro personale con il Pontefice
“Questa sera ci siamo radunati in preghiera per Papa Francesco. Una preghiera che serve più a noi, in questa pagina di storia triste e che in Francesco trovava una voce forte, autorevole, ad invocare il disarmo, iniziando dal disarmo dei cuore, invocando la pace, auspicando trattative, dialogo e il silenzio delle armi, questa voce è venuta meno ma deve riecheggiare nei nostri cuori, nelle nostre coscienze, affinchè ognuno con le proprie responsabilità possa portare avanti la parola del Santo Padre”. Cosi l’arcivescovo della chiesa agrigentina, Alessandro Damiano a margine della veglia di preghiera in ricordo di Papa Francesco, deceduto ieri 21 aprile, che si è svolta presso la Cattedrale di Agrigento, alla presenza dei parroci, della comunità ortodossa, della comunità islamica, dei sindaci di Agrigento, Palma di Montechiaro e Campobello di Licata. Preghiera, silenzio, commozione, ma anche ricordo, ed è proprio l’arcivescovo Damiano che ricorda ai nostri microfoni il suo primo incontro con il Pontefice, dopo la nomina durante il periodo covid, a Roma a Santa Marta.
“Era la prima volta che incontravo il Santo Padre. Mentre parlavamo anche del ruolo del vescovo, puntandomi il dito mi chiese se io fossi rigido. Rimasi imbarazzato e risposi, Santo Padre non lo so lo devono dire gli altri. Lui mi guardò e disse guarda che tutti i rigidi fanno unna brutta fine, mi auguro di non fare questa fine”; ha esclamato monsignor Damiano che ha anche parlato del conclave che vede la presenza di due cardinali, Montenegro e Don Baldo Reina. “Preghiamo per tutti i cardinali perché possano invocare la sapienza che scende dall’alto senza farsi tentare dai saperi che scendono dal basso”.