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Appalti e lavori grazie a prestanome, arrestati ex collaboratore di giustizia e due imprenditori  (vd)

In manette un ex collaboratore di giustizia e due fratelli: l'ex pentito avrebbe messo le mani sul movimento terra grazie a prestanome incensurati

Pubblicato 8 ore fa



I Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal Gip del Tribunale di Messina su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, con cui sono state disposte misure cautelari personali nei confronti di 3 persone (2 in carcere e 1 agli arresti domiciliari), tra cui un esponente di spicco e storico appartenente al ”gruppo dei Mazzarroti” (come accertato con sentenza di condanna passata in giudicato), articolazione della famiglia mafiosa ”barcellonese”. In carcere finiscono l’ex collaboratore di giustizia Carmelo Bisognano, 60 anni, e Antonino Giardina, 36 anni. Ai domiciliari il fratello di quest’ultimo, Davide Giardina, 23 anni.

“Il grave quadro indiziario raccolto ha consentito, allo stato ed in attesa della necessaria verifica giurisdizionale davanti al giudice terzo e imparziale e nel contraddittorio con le difese degli indagati, di giungere alla formulazione della contestazione del delitto di ”trasferimento fraudolento di valori”, aggravato dal metodo e dalla finalità mafiosi; i fatti contestati risalgono al luglio 2023 e si sarebbero protratti nel corso del 2024″, spiegano i Carabinieri. Il provvedimento cautelare è stato emesso nell’ambito di un’indagine coordinata dalla DDA di Messina e delegata ai Carabinieri che ha documentato “la perdurante operatività dell’esponente mafioso, già collaboratore di Giustizia, il quale, avvalendosi degli altri due indagati (fratelli), avrebbe esercitato ingerenza nelle attività economiche ed imprenditoriali nel territorio di Mazzarrà Sant’Andrea, imponendosi nel settore del movimento terra, avvalendosi, in alcune circostanze, di entrature negli uffici tecnici di quell’ente locale”.

Nell’operazione antimafia eseguita all’alba di oggi dai Carabinieri di Messina, guidati dal colonnello Lucio Arcidiacono, è stato anche individuato il modo con cui una seconda ditta, sottoposta a interdittiva antimafia dal 2020 e di cui è titolare l’indagato 36enne, riceveva risorse pubbliche – alle quali non avrebbe potuto accedere- attraverso trasferimenti di denaro provenienti dalle attività dell’impresa fittiziamente intestata. Infine, è stata documentata la condotta dell’indagato 59enne, il quale avrebbe operato per “individuare e recuperare, con pressioni e intimidazioni, mezzi meccanici, già di proprietà di un’impresa confiscata a lui riferibile, in passato ceduti ad altri imprenditori”.

Contestualmente, i Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto hanno eseguito il decreto di sequestro preventivo -emesso dal GIP in sede su conforme richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia- del capitale sociale e del compendio aziendale di 2 società edili, con sede a Mazzarrà Sant’Andrea, i cui titolari si identificano in 2 indagati; nonché di un impianto di frantumazione di inerti, di 2 terreni e 8 mezzi d’opera nella disponibilità delle 2 imprese, per un valore complessivo di oltre 500.000 euro.

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