Agrigento

Bancarotta e riciclaggio, sotto chiave il gruppo Pelonero: 13 misure e 22 indagati; arrestata la commercialista Falzone

La Guardia di Finanza di Agrigento, coordinata dal Procuratore Capo Luigi Patronaggio e dai sostituti Alessandra Russo e Paola Vetro, ha eseguito nella notte 13 misure cautelari, disposte dal Gip di Agrigento Luisa Turco. Tra gli arrestati (ai domiciliari) i fratelli Gioacchino e Diego Sferrazza e quasi integralmente i loro nuclei familiari. Coinvolta ed arrestata […]

Pubblicato 5 anni fa

La Guardia di Finanza di Agrigento, coordinata dal Procuratore Capo Luigi Patronaggio e dai sostituti Alessandra Russo e Paola Vetro, ha eseguito nella notte 13 misure cautelari, disposte dal Gip di Agrigento Luisa Turco. Tra gli arrestati (ai domiciliari) i fratelli Gioacchino e Diego Sferrazza e quasi integralmente i loro nuclei familiari.

Coinvolta ed arrestata (ai domiciliari) anche una commercialista di Agrigento, Graziella Falzone, ritenuta la “mente” delle operazioni finanziarie.

L’operazione, denominata “Malebranche”, vede 22 persone indagate per reati che vanno dalla associazione per delinquere, alla bancarotta fraudolenta, al riciclaggio e all’auto-riciclaggio nonché a varie ipotesi di reati tributari.

Le società coinvolte nelle indagini sono 12 e fanno capo al gruppo Pelonero di una nota famiglia di commercianti agrigentini, esercenti negozi al minuto e all’ingrosso per la vendita di generi casalinghi, giocattoli, calzature ed altro.

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati beni immobili, mobili registrati, conti correnti e altri rapporti finanziari attivi.

“Le condotte distrattive e fraudolente, negli anni 2013-2016, hanno prodotto un danno erariale di oltre 5.000.000 di euro mentre l’attivo sottratto ai creditori ammonta ad oltre 4.500.000 euro”.

Il personaggio più noto tra gli arrestati è certamente Gioacchino Sferrazza, già presidente dell’Akragas sul finire degli anni 2000 divenuto ancor più noto grazie ad una brutta vicenda che lo vide protagonista. Amico del palmese Nicolò Ribisi dell’omonimo clan mafioso di Palma di Montechiaro, quando quest’ultimo venne arrestato, siamo nel 2009, gli dedicò la vittoria della sua squadra con tanto di baci lanciati con la mano mentre Ribisi a bordo delle volanti stava per essere trasferito in carcere.

I particolari dell’operazione saranno resi noti dagli inquirenti nel corso di una conferenza stampa fissata per le ore 11 presso i locali della Procura di Agrigento.

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