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Commissariamento dei comuni che non pagano? La Regione risponde ad Aica: “Proposta irricevibile”

L'assessore Colianni chiarisce che la proposta sarebbe dovuta partire dall'Ati idrico, il quale ha potere già di agire contro i primi cittadini inadempienti

Pubblicato 26 minuti fa

Ormai non ci sono più alibi da cercare o fantasiose richieste di intervento da inviare ad altri perché tolgano le castagne dal fuoco agli amministratori del sistema idrico in provincia di Agrigento: non si può agire commissariando i sindaci che hanno debiti per centinaia di migliaia di euro verso Aica. L’unica strada è il tribunale.

Un passo indietro: il 23 settembre scorso la società consortile aveva scritto alla Regione, in particolare all’assessore all’Energia Francesco Colianni, chiedendo di attivare gli uffici di Palermo per commissariare i comuni che non pagano né le fatture né hanno versato – in molti casi – la somma versata dal Governo regionale nel 2022 per creare Aica e sostenerla nel traghettamento da Girgenti Acque.

Una proposta che Colianni ha ritenuto “nella forma in cui è pervenuta, in primo luogo non ricevibile, essendo stata formulata dal Gestore del Sii e non dall’Autorità d’Ambito che, in quanto ente di governo del settore idrico nel territorio provinciale di competenza, costituisce l’interlocutore naturale di questo Assessorato, oltre che il soggetto istituzionale che ha l’onere di segnalare situazioni tali da poter eventualmente giustificare l’intervento sostitutivo da parte della Regione Siciliana”.

In altre parole, spiega la Regione, compete all’Ati di Agrigento l’avvio dell’attività di richiesta all’eventuale richiesta di commissariamento, la verifica sul rispetto da parte dei Comuni, nella materia in questione, degli obblighi sugli stessi gravanti, e l’individuazione degli eventuali inadempimenti e la richiesta di intervento sostitutivo, ove ne ricorrano le condizioni.

Ma non solo, la richiesta di intervento sostitutivo può essere fatta solo dopo lo svolgimento delle attività preliminari, cioè diffida e messa in mora, con assegnazione di termine per l’adempimento. Cosa che non è mai stata fatta per un motivo abbastanza semplice: a governare Ati sono gli stessi sindaci e anche chi non paga da anni ha pieno diritto di voto.

Ma è la parte finale della nota che rappresenta una vera doccia gelata per chi sperava con i commissariamenti di poter risolvere tutto (con la consapevolezza, da parte degli stessi sindaci, che alla fine il percorso avrebbe solo potuto far prendere tempo senza risolvere il problema).

“Nel merito – scrive Colianni – si ritiene utile segnalare sin d’ora come non tutte le situazioni di asserita inadempienza, da parte dei Comuni, possano giustificare la nomina di commissari ad acta, il cui intervento può in ipotesi ritenersi ammissibile in caso di accertata violazione da parte dei Comuni di norme di legge e/o regolamentari, ma non certo, ad esempio, per il semplice omesso pagamento di fatture per forniture ricevute”.

Quindi Aica o Ati non possono sperare che si attivino misure che non siano quelle previste per qualunque altro debitore non particolarmente intenzionato a pagare a meno che non si individuino anche inadempienze specifiche da parte dei sindaci.

L’effetto più immediato di questa situazione è che questa situazione allungherà in modo indeterminato i tempi per il recupero delle somme, a meno che i primi cittadini debitori non decidano, magari, di sostenere (davvero) la gestione pubblica del servizio idrico.

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