Agrigento

Coronavirus: sole, spiagge e movida: abbiamo abbassato la guardia?

Un nuovo caso di coronavirus registrato nella giornata di ieri (30 giugno) ad Agrigento, a distanza di oltre due mesi dall’ultimo contagio, ha risvegliato nella popolazione quel sentimento a metà strada tra paura e insicurezza. Si tratta di una persona asintomatica rientrata dall’estero. In effetti da un paio di mesi a questa parte la sensazione […]

Pubblicato 4 anni fa

Un nuovo caso di coronavirus registrato nella giornata di ieri (30 giugno) ad Agrigento, a distanza di oltre due mesi dall’ultimo contagio, ha risvegliato nella popolazione quel sentimento a metà strada tra paura e insicurezza. Si tratta di una persona asintomatica rientrata dall’estero. In effetti da un paio di mesi a questa parte la sensazione è che ad Agrigento, tra la voglia di ripartire  dopo un periodo che ci ha visti barricati in casa da marzo a maggio e l’inizio della stagione estiva, si sia abbassata la guardia sul fronte Coronavirus. Prima di tutto nei comportamenti.

Il lockdown ci ha (in)segnato nuovi usi e condotte per affrontare la pandemia e ridurre la possibilità di contagio: dispositivi di sicurezza, distanziamento sociale sono alcune delle parole – lontane un mondo dal nostro modo di essere – che sono entrate nella nostra quotidianità e che, sebbene adesso ci si ritrovi in una fase tre inoltrata, rappresentano ancora oggi regole da rispettare. 

Ma è sempre così? Da quello che si è potuto vedere in questi giorni no. La fine del lockdown, e dunque l’allentamento delle misure restrittive, di fatto è coincisa con l’inizio della stagione estiva: mare, spiagge, sole, riapertura dei locali. Non sempre però i comportamenti tenuti sono conformi alle regole imposte: le mascherine, ancora oggi obbligatorie se non si è in grado di mantenere la distanza, sono ormai quasi sparite. Molte volte ci sono ma vengono usate come accessori. Nei locali, per strada. Il distanziamento sociale, nonostante gli esercizi commerciali abbiano adottato tutte le prescrizioni imposte, è difficile da (far) rispettare. Tante le strette di mano, così come i baci. Tutte pratiche a cui teniamo tanto ma che – come ormai sappiamo – rappresentano ad oggi un possibile veicolo del virus.

I numeri del Coronavirus, a livello nazionale così come regionale e provinciale, non sono più quelli di marzo, è vero. In Sicilia, così come nella nostra provincia, i dati sono stati relativamente confortanti. Relativamente perché – a prescindere dal punto di osservazione – il coronavirus ha causato 14 vittime in provincia di Agrigento (e 128 contagi). Persone, affetti, storie.

Oggi i numeri dicono che in tutta la provincia ci sono due casi attualmente positivi (Agrigento e Sciacca) e trenta migranti con il covid-19 in quarantena a largo di Porto Empedocle. Il peggio è probabilmente passato ma non bisogna abbassare la guardia. 

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