Sanità, la denuncia di un medico: “Pazienti morti, cartelle falsificate e illegalità costante”
Tra i racconti drammatici anche quello di una paziente di 37 anni, morta dopo un intervento chirurgico. Una morte che, secondo quanto riferisce il chirurgo, poteva essere evitata
“Un dirigente medico di uno degli ospedali più importanti della Sicilia ha deciso di raccontarmi quello che accadrebbe nel suo reparto: decessi che si sarebbero potuti evitare, cartelle cliniche che sarebbero state falsificate, un quadro incredibile che mi ha spinto a inviare una lettera al ministro della Salute. Non mi fermo, andrò fino in fondo”. A dirlo è Ismaele La Vardera, deputato all’Assemblea regionale siciliana e leader di Controcorrente, postando sul suo profilo Facebook un video in cui un medico denuncia quanto avverrebbe nel suo reparto. Fatti per i quali sarebbe stata già presentata una denuncia e a supporto dei quali ci sarebbero audio e documenti.
“Faccio il medico e sono specializzato in una branca chirurgica, ho avuto una formazione estera rilevante”, esordisce nel video il dottore, non ripreso in volto e con la voce camuffata. “Non può metterci la faccia perché beffardamente rischierebbe il posto di lavoro”, spiega La Vardera. “Mi sono ritrovato in un contesto sanitario – ancora il medico – in un reparto in cui purtroppo giornalmente ci sono delle condotte che io reputo assolutamente illecite e dalle quali voglio assolutamente dissociarmi”. Cosa accade il medico lo spiega subito dopo. “Vengono operate delle persone che non hanno bisogno di nessun intervento chirurgico, vengono omessi dei referti, falsificate delle cartelle cliniche per ottenere dei rimborsi maggiorati da parte del Sistema sanitario nazionale, usciti dei pazienti deceduti con la classica scritta ‘uscito contro il parere dei sanitari'”.
E poi ancora “molti casi di lista d’attesa bypassata” e, in un crescendo di gravità, “molti pazienti” sarebbero deceduti perché “operati scorrettamente o in ritardo o non completamente”. Un quadro “assolutamente raccapricciante”, ammette il medico nel video, con il quale “convivo da diversi anni”. “Da quando sono arrivato io vivo un disagio incredibile perché noi viviamo nell’illegalità costante”, denuncia. All’ex inviato de Le Iene il chirurgo avrebbe consegnato documenti e audio, già nelle mani delle forze dell’ordine. “Ho tutto registrato”, dice ancora il medico, spiegando che dopo le proprie denunce sarebbe vittima di “mobbing a 360 gradi”.
Tra i racconti drammatici anche quello di una paziente di 37 anni, morta dopo un intervento chirurgico. Una morte che, secondo quanto riferisce il chirurgo nel video-testimonianza, poteva essere evitata. “Nel momento in cui io mi trovo complice, non dicendo nulla, di un intervento di una ragazza che viene operata quando bastava una biopsia, quando questo intervento causa il decesso del paziente viene pesante accettarlo. Io non sono una persona che riesce a dormire tranquillamente essendo complice”. Il racconto si fa più esplicito. “Non sarebbe dovuta andare in sala operatoria perché ha avuto delle complicanze dall’intervento e non si è più svegliata – racconta – Poi alla fine il paradosso dei paradossi è che era una malattia oncologica tumorale curabile”. Nel video postato la La Vardera sul suo profilo Fb si sente un audio in cui lo stesso medico si lamenta con il primario per quello che è successo. “Un’equipe medica confessa di avere delle responsabilità e di aver convinto la famiglia con ‘malizia e malignità’ a non denunciare, inducendola a credere che le responsabilità della morte sarebbero proprio della povera vittima che si è fatta operare in ritardo”, dice La Vardera che si appella anche al presidente della Regione siciliana, Renato Schifani. “Presidente, davanti alla salute dei siciliani non c’è opposizione o maggioranza batta un colpo sono pronto a darle tutto quello che ho in mio possesso”.