Corruzione, si dimette il presidente del Parco Archeologico Valle dei Templi
Bernardo Agrò rassegna le dimissioni dopo essere stato coinvolto nell’inchiesta su un presunto giro di corruzione
“Ho rassegnato questa mattina le dimissioni da presidente del Parco Archeologico della Valle dei Templi e da direttore del Parco di Lilibeo a Marsala, a seguito di un’ordinanza del Gip di Marsala che fa seguito a un’indagine a carico di terzi avente per oggetto presunte irregolarità in alcuni appalti al Parco archeologico di Selinunte, di cui sono stato per un periodo direttore.”
A dirlo è Bernardo Agrò, ormai ex direttore del Parco Archeologico Valle dei Templi. Le dimissioni arrivano dopo l’inchiesta “Selinus”, un’operazione della Guardia di Finanza – coordinata dalla Procura di Marsala – che ipotizza un giro di corruzione all’intento del Parco archeologico di Selinunte.
Prosegue Agrò: “Ripongo piena fiducia nella magistratura e confido al più presto di poter dimostrare la mia totale estraneità ai fatti contestati, ma non intendo in alcun modo intralciare il lavoro degli uffici da me diretti, che invece devono proseguire in totale serenità tutte le attività già intraprese. Per tale motivo ho ritenuto di adottare questa grave ma necessaria decisione.”
L’operazione è scattata questa mattina. I finanzieri del Comando provinciale di Trapani hanno eseguito sei misure cautelari, emesse dal gip di Marsala su richiesta della locale Procura, a carico di pubblici ufficiali e privati imprenditori di origine agrigentina e palermitana. Tutti sono indagati, a vario titolo, per aver preso parte a episodi di corruzione e abuso d’ufficio negli anni 2020 e 2021 nel Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, uno dei più straordinari siti di interesse storico, culturale e artistico del Mediterraneo, al primo posto in Europa per estensione territoriale, meta annuale di numerosi visitatori e studiosi provenienti da ogni parte del mondo.
Il gip ha disposto la temporanea interdizione dai pubblici uffici e il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione. Le indagini, condotte dalle Fiamme gialle di Castelvetrano, scattate nell’estate del 2020 e andate avanti per quasi due anni, hanno consentito di accertare “molteplici irregolarità” nella concessione di appalti pubblici da parte dell’ente archeologico. Sarebbero emersi, infatti, numerosi episodi illeciti a carico dell’allora direttore del Parco, di due funzionari regionali e tre imprenditori.