Cuffaro, l’imprenditore di Favara, le cimici nel salotto e quei 25mila euro…
L’ex governatore ribadisce: “Mai preso soldi, sono categorico”. Per la procura di Palermo, invece, un imprenditore di Favara avrebbe consegnato 25mila euro nel salotto di casa di Cuffaro
I carabinieri del ROS hanno appena finito di perquisire la sua abitazione sequestrando carte e documenti. Contestualmente gli notificano anche la richiesta di arresto avanzata dalla procura di Palermo che lo accusa di essere al vertice di un “comitato di affari” in grado di pilotare nomine e appalti pubblici. Totò Cuffaro, visibilmente provato e con la voce strozzata, risponde alle domande dei cronisti che lo attendono sotto casa: “Non ho mai dato soldi a Tomasino per il semplice fatto che non li ho mai ricevuti. Ho letto le carte e questa cosa mi ha molto meravigliato. Sono categorico, non ho mai ricevuto soldi”. Tra le contestazioni mosse a Cuffaro, infatti, vi è anche quella di aver veicolato una “mazzetta” da destinare al direttore generale del Consorzio di Bonifica Tomasino affinché tenesse “in peculiare considerazione” le imprese riconducibili ad un imprenditore di Favara.
Cuffaro, come lui stesso ha dichiarato, nega categoricamente l’accaduto. Ne sono convinti invece i magistrati palermitani guidati dal procuratore Maurizio de Lucia che ormai da quasi due anni monitorano spostamenti e conversazioni dell’ex governatore. È il 24 aprile 2024 e Totò Cuffaro riceve nella sua abitazione l’imprenditore favarese Alessandro Vetro. La discussione è incentrata sulla documentazione da destinare – secondo la procura di Palermo – “a una commissione di gara evidentemente indetta dal consorzio di bonifica nord-occidentale” e si parla anche del direttore Tomasino. Cuffaro, secondo l’ipotesi accusatoria, rassicura l’imprenditore: “Tu te la prendi questa..te la aggiusti..me la ridai.. e poi c’è la commissione..”. Il favarese chiede: “E ma quando ti porto quella in commissione c’è Tomasino?”. E Cuffaro ancora: “Ti ho detto che la fa lui.. la fa lui.. stai tranquillo..”
LE INTERCETTAZIONI
Il passaggio chiave – che per la procura di Palermo si traduce senza alcun dubbio nella consegna di 25mila euro dell’imprenditore all’ex governatore – avviene pochi istanti dopo. Vetro dice a Cuffaro: “Tornando al discorso che mi hai fatto poco fa dei soldi.. te li prendi questi..”. L’ex governatore risponde: “Alessà sono assai questi perchè io… non ho fatto nulla per meritarmeli..”. L’imprenditore controbatte: “Per l’amicizia..”. E Cuffaro: “Va beh dammi sti sò…e grazie..”. Vetro chiosa: “Pigliateli..io sono.. se c’è bisogno un’altra gara..che c’era no…”. Cuffaro, ancora: “Per il futuro..”.
L’ambientale dei carabinieri del Ros registra ancora un altro scambio di battute tra i due. L’imprenditore dice: “Ho portato cinque e cinque.. trenta..” Cuffaro risponde: “Chi è il consorzio? E cinque me li dai..” Vetro: “No.. questi io ce l’ho…” Cuffaro: “Ah.. ce l’hanno già ora me la dà..ma lui ce l’ha e sa quello che deve fare.. già Pace glieli ha dati a Enzo quindi tranquillo..”
Una volta terminato l’incontro con l’imprenditore favarese nel salotto dell’ex governatore faceva ingresso il deputato Carmelo Pace. I carabinieri ascoltano le conversazioni e si parla di soldi. Cuffaro: “Si..mi primì che aviatu ragiuni tu..” E Pace: “Cioè?”. Cuffaro: “Eh erano ve..o venti o venticinque..”


