Esplosione mortale alla zona industriale di Agrigento: chieste due condanne
A distanza di nove anni dalla tragica morte di Liborio Di Vincenzo il processo che vede imputate due persone (3 in origine) per omicidio colposo si avvia alla conclusione. Questa mattina il pubblico ministero ha avanzato la richiesta di condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione nei confronti di Angelo Scopelliti, 73 anni […]
A distanza di nove anni dalla tragica morte di Liborio Di Vincenzo il processo che vede imputate due persone (3 in origine) per omicidio colposo si avvia alla conclusione. Questa mattina il pubblico ministero ha avanzato la richiesta di condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione nei confronti di Angelo Scopelliti, 73 anni di Palma di Montechiaro, e Giovanni Caminiti, 64 anni, rispettivamente ex legale rappresentante della società Agriscia e medico della ditta. Un terzo imputato, Salvatore Zaffuto, è deceduto e la sua posizione stralciata. I due sono accusati di omicidio colposo.
Liborio Di Vincenzo, operaio cinquantenne, rimase gravemente ustionato in seguito ad una esplosione avvenuta all’interno del deposito “Agriscia” alla zona industriale di Agrigento il 6 ottobre 2010. L’operaio fu ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Civico di Palermo dove morì poco più di due settimane dopo l’incidente. Secondo quanto ricostruito l’esplosione venne innescata nel momento in cui l’operaio tentò di accendere la saldatrice con cui stava riparando un furgone. Nel 2014 il gup del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto rinviò a giudizio tre persone. Una di loro è deceduta.
Questa mattina ha discusso la parte civile, rappresentata dagli avvocati Giovanni e Tanja Castronovo, il quale ha evidenziato le precarie condizioni di lavoro dell’operaio, impiegato anche in turni non dovuti e senza attrezzature idonee, e l’inadeguatezza dell’officina che presentava evidenti lacune in materia di sicurezza e prevenzione incendi. Si torna in aula il 12 dicembre per la sentenza.