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Il boss ergastolano Ribisi chiede la revisione del processo per l’omicidio di Pietro Giro

Il movente e i protagonisti del delitto furono portati alla luce dal collaboratore di giustizia Nino Giuffrè, boss di Caccamo tra i più vicini ai corleonesi

Pubblicato 2 anni fa

Il prossimo 25 maggio la Corte di Appello di Caltanissetta, accogliendo la richiesta dell’avvocato Raimondo Tripodo, tratterà in contraddittorio tra le parti l’istanza di revisione del processo a carico del boss Ignazio Ribisi, esponente di Cosa Nostra di Palma di Montechiaro, condannato all’ergastolo ( e sottoposto al 41bis) per l’omicidio di Pietro Giro. A riportarlo è il quotidiano La Sicilia in un articolo a firma di Francesco Di Mare. 

I giudici, dando l’ok alla trattazione, dovranno valutare eventuali nuovi elementi presentati dalla difesa che chiede in sostanza di rivedere la decisione divenuta definitiva con il sigillo della Cassazione ormai da oltre quindici anni. Ribisi, protagonista della guerra di mafia contro la stidda tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, è stato condannato al carcere a vita per l’omicidio di Pietro Giro, titolare di una piccola linea di autoguida, assassinato il 28 dicembre 1989 nei pressi della stazione centrale di Palermo. Il delitto, secondo quanto accertato dai processi, fu eseguito dalla cosca di Ciaculli su ordine di Totò Riina per fare un favore ai Ribisi. 

La “colpa” di Pietro Giro, incensurato, era quella di essere cugino dei fratelli Calafato, esponenti di vertice della stidda di Palma di Montechiaro. In quegli anni, infatti, era in corso una sanguinosa guerra. Il movente e i protagonisti del delitto furono portati alla luce dal collaboratore di giustizia Nino Giuffrè, boss di Caccamo tra i più vicini ai corleonesi. Giuffrè raccontò del favore di Riina ai Ribisi per “sdebitarsi” dell’omicidio del giudice Saetta. Il collaboratore di giustizia raccontò anche di un summit di mafia, avvenuto in un pollaio, a cui parteciparono lo stesso Ribisi, Riina, Salvatore Biondino e Michelangelo La Barbera. Ribisi fu assolto in primo grado ma condannato all’ergastolo in appello e poi in Cassazione. 

La difesa adesso chiede la revisione del processo poiché convinta di avere nuovi elementi utili che potrebbero portare a rivedere la condanna. Tra questi l’ipotesi che Ribisi si trovasse, sottoposto a libertà vigilata, in un altro posto nei giorni dell’omicidio. La parola adesso passa ai giudici di Caltanissetta che dovranno decidere se confermare l’ergastolo o aprire all’istanza di revisione. 

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