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Inchiesta Vultur: difesa chiede di sentire nuovamente vittime del racket

E’ ripreso ieri mattina, avanti la quarta sezione penale della Corte d’Appello di Palermo presieduta dal giudice Giacomo Montalbano, il processo di secondo grado scaturito dall’inchiesta antimafia “Vultur” – condotta dalla Squadra Mobile di Agrigento guidata da Giovanni Minardi – che ha fatto luce sulla famiglia mafiosa di Camastra e su un giro di racket […]

Pubblicato 4 anni fa

E’ ripreso ieri mattina, avanti la quarta sezione penale della Corte d’Appello di Palermo presieduta dal giudice Giacomo Montalbano, il processo di secondo grado scaturito dall’inchiesta antimafia “Vultur” – condotta dalla Squadra Mobile di Agrigento guidata da Giovanni Minardi – che ha fatto luce sulla famiglia mafiosa di Camastra e su un giro di racket imposto ad una ditta di onoranze funebri del paese. 

Il pg Emanuele Ravagnoli ha chiesto e ottenuto la produzione della sentenza di primo grado del processo “Montagna” mentre la difesa ha avanzato la richiesta di risentire nuovamente la parte civile. Su quest’ultima circostanza la Corte scioglierà la riserva all’udienza del 5 dicembre prossimo. In primo grado il collegio di giudici presieduto da Luisa Turco, oggi Gip presso il Tribunale di Agrigento, condannò alla pena di 17 anni e 6 mesi Rosario Meli, alias “U puparu”, considerato il capo della famiglia mafiosa di Camastra; 14 anni e 6 mesi per il figlio Vincenzo mentre 13 anni e 6 mesi sono stati inflitti al tabaccaio del paese Calogero Piombo ritenuto il cassiere della famiglia mafiosa di Camastra. Condanna anche per Lillo Di Caro, esponente di rilievo della mafia di Canicattì, a cui sono stati inflitti 22 anni in continuazione e che assorbe dunque le condanne a 14 anni nel procedimento “Alta Mafia”.

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