Giudiziaria

La morte di Alice Schembri, chiesti 2 rinvii a giudizio 

Nell'inchiesta sono coinvolti anche due minorenni, tutti sono accusati di violenza sessuale di gruppo con minore e produzione di materiale pedopornografico

Pubblicato 11 mesi fa

La procura di Palermo ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di due delle quattro persone coinvolte nell’inchiesta sulla morte di Alice Schembri, la ragazzina morta suicida a diciassette anni nel maggio 2017. La prima udienza preliminare si celebrerà il prossimo 4 ottobre davanti il gup Marco Gaeta. Si tratta di due ragazzi agrigentini di 26 e 27 anni. Altri due giovanissimi sono coinvolti nell’inchiesta ma di questo stralcio se ne sta occupando la procura dei Minori. 

I quattro ragazzi sono accusati di violenza sessuale di gruppo con minore e produzione di materiale pedopornografico. Proprio quest’ultima contestazione è alla base dello spostamento dell’inchiesta da Agrigento a Palermo. La vicenda, drammatica, riguarda la morte di Alice Schembri. Secondo i magistrati Luisa Bettiol e Giulia Amodeo i quattro ragazzi avrebbero abusato della giovane riprendendo le scene con un cellulare. Poi la tragedia con il gesto annunciato sui social. 

“Nessuno di voi sa e saprà mai con cosa ho dovuto convivere da un periodo a questa parte Quello che mi è successo non poteva essere detto, io non potevo e questo segreto dentro di me mi sta divorando”: iniziava così la lunga e struggente lettera. “Ho provato a conviverci e in alcuni momenti ci riuscivo così bene che me ne fregavo, ma dimenticarlo mai.. E allora ho pensato Perchè devo sopportare tutti i momenti no, Che pur fregandomene, sono abbastanza stressanti, se anche quando tutto va bene e come dico io, il mio pensiero è sempre là? Non sono una persona che molla, una persona debole, io sono prepotente, voglio cadere sempre in piedi e voglio sempre averla vinta, ma questa volta non posso lottare, perché non potrò averla vinta mai, come però non posso continuare a vivere così, anzi a fingere cosi’…”.

Per i due ragazzi di 26 e 27 anni, che hanno nominato come difensori gli avvocati Daniela Posante e Antonio Provenzani, la vicenda approda all’udienza preliminare, mentre per i due minorenni sta procedendo la procura minorile. Due le aggravanti contestate: l’avere realizzato i video con una minore di 16 anni e l’averlo commesso “in piu’ persone riunite”.

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