L’omicidio del 17enne Antonio Morgana, chiesti 28 anni di carcere per Falco Abramo
Per l’omicidio di di Antonio Morgana, il diciassettenne di Palma di Montechiaro ucciso con tre colpi di pistola il 23 ottobre 2013
L’omicidio di Antonio Morgana, il diciassettenne di Palma di Montechiaro ucciso con tre colpi di pistola il 23 ottobre 2013, per la pubblica accusa ha un solo responsabile: Calogero Pietro Falco Abramo, 70 anni, di Racalmuto. I pubblici ministeri Alessia Battaglia e Gaspare Bentivegna e sono convinti ed hanno chiesto ai giudici della Corte d’assise, presieduta da Giuseppe Miceli, la condanna a 28 anni di reclusione.
L’imputato, difeso dall’avvocato Maurizio Buggea, è accusato di omicidio aggravato e tentato omicidio. Le persone offese costituitesi parte civile sono rappresentate dall’avvocato Santo Lucia. A distanza di oltre dieci anni dal delitto, dunque, si registra il primo importante passo giudiziario con la requisitoria dei pubblici ministeri che però hanno chiesto di escludere l’aggravante della premeditazione.
Alla base dell’agguato, secondo quanto ipotizza la Procura di Agrigento, ci sarebbe un piccolo furto messo a segno in un immobile di proprietà dell’imputato. L’omicidio si consuma la sera del 23 ottobre 2013 in contrada Ciotta, nelle campagne di Palma di Montechiaro. Antonio Morgana si trova in un piazzale all’interno di un’auto in compagnia di altri quattro amici: Calogero Pace, Giuseppe Palermo, Mohchine Maukan e Angelo Azzarello. Improvvisamente diversi colpi di pistola calibro 7.65 squarciano il silenzio della notte: due proiettili colpiscono mortalmente Morgana, uno invece ferisce alla gamba Pace mentre gli altri due ragazzi rimangono miracolosamente illesi. Inutile la disperata corsa verso l’ospedale San Giacomo d’Altopassi di Licata. Morgana era già morto.
Le indagini sull’omicidio si sono fin da subito concentrate sul possibile movente del furto anche alla luce delle dichiarazioni di uno dei cinque giovani presenti quella notte. Uno di loro, nonostante il buio e le condizioni avverse, fa il nome del presunto assassino agli investigatori, affermando di averlo visto. Si tratta di un 62enne di Palma di Montechiaro che, poco dopo, viene sottoposto a fermo. Una pista che però fa acqua da tutte le parti e non convince del tutto gli inquirenti. Il 62enne, infatti, viene scarcerato poco dopo anche grazie ad un alibi di ferro. La sera del delitto era a giocare a carte al centro commerciale Le Vigne insieme ad altri amici. Così le successive investigazioni hanno portato dritto a Falco Abramo, proprietario di un immobile in contrada Ciotta. A sparare, con l’aggravante della premeditazione, hanno sostenuto i pubblici ministeri – in un luogo buio e isolato sarebbe stato Falco Abramo che avrebbe voluto vendicare un furto in casa subito quella mattina di cui riteneva responsabili quei ragazzini.
Il processo riprenderà il prossimo 22 maggio.