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“Lesioni e infezioni a padre e figlia durante intervento”, dentista a processo 

Il dentista è accusato di aver sottoposto ad intervento sia il padre che la figlia provocando nel primo una sinusite e nella seconda un indebolimento permanente della masticazione

Pubblicato 2 ore fa

Al via questa mattina il processo a carico di un dentista finito sul banco degli imputati con l’accusa di aver sottoposto nel giro di un anno padre e figlia a due interventi di natura odontoiatrica provocando nel primo una sinusite con conseguente malattia e nella giovane un indebolimento permanente della masticazione. Il giudice del tribunale di Agrigento, Agata Genna, ha ammesso la lista dei testimoni e aggiornato l’udienza al prossimo 16 giugno quando in aula compariranno proprio le persone offese, costituitesi parte civile tramite gli avvocati Stefano Catalano e Gioacchino Sanfilippo.

Al centro dell’inchiesta, coordinata dai pm Maria Barbara Grazia Cifalinò e Gaspare Bentivegna, l’operato del medico odontoiatra. I fatti risalgono tra il giugno 2021 e il dicembre 2022 a Canicattì. Il primo ad essersi sottoposto all’intervento è stato il genitore. Gli inquirenti contestano al dentista l’aver provocato “una reazione da corpo estraneo concretizzatosi con due episodi di sinusite mascellare bilaterale dai quali derivava una malattia guarita in venti giorni” e di aver  proceduto “all’estrazione dalla quale derivava un’ulteriore malattia guarita in dieci giorni”. Secondo l’accusa, il dentista avrebbe omesso di effettuare indagini sull’effettiva necessità di estrarre più denti e di sottoporre il paziente ad indagini strumentali che avrebbero potuto accertare se l’osso su cui si sarebbe proceduto all’introduzione dell’impianto fosse adeguato dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Il secondo episodio riguarda invece una ventottenne, figlia del primo.

Al dentista, difeso dagli avvocati Fabio Li Calsi e Alfonso Napoli, viene contestato l’aver cagionato l’indebolimento della masticazione sottoponendo la ragazza (affetta da malocclusione) ad un trattamento ortodontico fisso sull’arcata superiore e inferiore piuttosto che effettuare una terapia combinata chirurgica ortodontica come previsto dalle linee guida.

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