Licata: Balsamo al Consiglio Comunale “Appalti gestiti dalla precedente amministrazione”
Tutti gli appalti di cui si sta parlando erano stati gestiti dalla precedente Amministrazione" -ha detto il Sindaco Balsamo in Consiglio Comunale
Dopo la richiesta da parte dell’ associazione “A testa alta” si è svolto a Licata un consiglio comunale pubblico. All’ordine del giorno l’analisi delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto funzionari e dirigenti che hanno ricoperto incarichi presso il Comune di Licata è ancora la valutazione dell’assetto organizzativo dell’Ente e l’individuazione di strumenti e misure per garantire trasparenza, integrità e legalità nella gestione delle funzioni dirigenziali e nelle procedure di affidamento ed esecuzione degli appalti pubblici. Presente alla seduta il Sindaco Angelo Balsamo, il Vice Sindaco Dott. Angelo Trigona e gli Assessori Sitibondo Maria, Rolla Stefania, Burgio Andrea, Pennisi Livio e Federico, il Vice Segretario Generale Dott.ssa Loredana Pira. Tra gli altri hanno partecipato anche la consulta di Aica con il presidente Gangarossa e uno degli esponenti Licari e Giuseppe Di Rosa come esponente del Codacons Agrigento.
A prendere la parola tra i primi il presidente dell’associazione “A testa alta” che ha dichiarato: “Oggi siamo di fronte a vicende che, così come riportate dagli organi di stampa, rischiano di compromettere il prestigio istituzionale e l’affidabilità amministrativa non soltanto di questo Comune, ma dell’intero territorio che esso rappresenta. Il Consiglio oggi ha l’opportunità e la responsabilità di restituire ai cittadini la fiducia in una Pubblica Amministrazione capace di responsabilità e trasparenza, anche attraverso un’autocritica coraggiosa che sappia riconoscere, laddove ve ne siano stati, errori di gestione, carenze di vigilanza o debolezze nei meccanismi di prevenzione e di controllo, perché questa è la funzione più alta della politica, rispondere all’opinione pubblica che attende chiarezza. Un’opinione pubblica scossa da notizie così circostanziate e che si aspetta, oggi, che la cosiddetta classe dirigente torni ad esercitare, senza reticenze, quella funzione di guida e di responsabilità collettiva per la quale i cittadini l’hanno chiamata a governare. Nessuna forza politica locale ha mai avuto li coraggio di aprire un confronto pubblico serio, di avviare un’autocritica o di promuovere un cambio di rotta. E’ questa, oggi, l’unica via per ricostruire quel rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni, che da troppo tempo è stato compromesso. La sfiducia dei cittadini non nasce soltanto dalle vicende giudiziarie in corso, si alimenta anche da anni di silenzi sistemici su questioni rimaste senza risposta: le persistenti criticità nella gestione del servizio idrico integrato e nella depurazione delle acque, con scarichi ancora presenti in area di foce, in violazione della legge regionale 27/86, che restano tutt’ora irrisolte e ben lontane da una soluzione trasparente, efficace e definitiva, nonostante sequestri giudiziari, processi penali, commissariamenti, avvicendamenti gestionali e l’istituzione di una nuova Azienda Consortile, l’AICA, oggi peraltro anch’essa coinvolta nelle vicende oggetto di attenzione investigativa; le indagini sulle sanatorie edilizie, ritenute all’epoca, ne uscirono su tutti i giornali, concesse sulla base di documentazione falsa e di valutazioni illegittime, finite poi progressivamente nell’oblio istituzionale; lo stato di completo abbandono in cui continua a versare la quasi totalità dei beni confiscati alla mafia destinati ad uso sociale, privando la collettività di risorse preziose che avrebbero potuto essere restituite alla fruizione civica, e al bene comune; i rifiuti pericolosi dell’incendio “Omnia” mai bonificati, lasciati da anni a marcire sotto il sole, come se il trascorrere del tempo potesse da solo cancellare responsabilità, omissioni, precise inadempienze, tra cui quelle istituzionali che, per gravità e durata, appaiono di gran lunga le più rilevanti e incomprensibili agli occhi della cittadinanza. E ci fermiamo qui, pur consapevoli che l’elenco delle criticità, delle inerzie, delle questioni rimaste irrisolte, segnalateci dai cittadini in questi giorni, potrebbe proseguire ancora a lungo.
Si parla spesso di legalità, parola ormai logorata da usi ripetuti e spesso retorici, ma la legalità da sola non basta. Serve giustizia che vuol dire: equità nella distribuzione degli incarichi e delle consulenze; il ricorso a forme di utilizzo condiviso del personale tramite convenzioni, previo accertamento dell’oggettiva indisponibilità di risorse interne all’Ente; trasparenza piena nei criteri di selezione e di nomina; regole certe, motivate e verificabili per l’assegnazione degli affidamenti pubblici, sia sopra che sotto soglia; controlli imparziali e sistematici sull’intera filiera degli appalti e delle forniture; applicazione effettiva del principio di rotazione delle imprese affidatarie, anche negli affidamenti diretti e sotto soglia, per evitare concentrazioni e fenomeni distorsivi della concorrenza; rigorosa prevenzione e gestione dei conflitti di interesse in ogni fase di gara, dalla programmazione, progettazione all’esecuzione, rendicontazione del contratto; insomma, una Pubblica Amministrazione che sia realmente e visibilmente al di sopra di ogni sospetto”.
L’inchiesta della Procura di Agrigento denominata “Appalti e mazzette” parte proprio da una denuncia di un imprenditore a rischio fallimento che avrebbe svelato un sistema di politico – imprenditoriale ritenuto illecito e causa il coinvolgimento dell’on. Roberto Di Mauro. Una vicenda che tira dentro anche il Comune di Licata e il sindaco Balsamo. E proprio il primo cittadino in seduta ha dichiarato: “Tutti gli appalti di cui si sta parlando erano stati gestiti dalla precedente Amministrazione. Noi ci siamo limitati, il Segretario comunale qui testimone mi può smentire, a fare in modo che i lavori che erano stati già tutti assegnati ed erano tutti partiti, li abbiamo semplicemente salvaguardati, siamo stati presenti affinché venissero fatti in maniera impeccabile, abbiamo fatto gli interessi della Città e continuiamo a farlo e, non me ne voglia male chi magari vorrebbe candidarsi a Sindaco, quando ci saranno le elezioni lo faccia, attualmente la mia responsabilità di amministratore è nei confronti dei miei concittadini e se io dovesse avvertire che i miei concittadini non approvano l’azione che noi stiamo portando avanti, il risanamento sociale della Città, il rispetto delle legalità, l’esecuzione delle opere oltre ogni cosa, io farei non un passo indietro come qualcuno ha detto, ne farei dieci. Perché l’unico motivo che mi porta a continuare a fare il Sindaco è l’amore per questa Città. L’amore condiviso da voi tutti ed è l’unica ragione che mi porta a continuare a fare il Sindaco. Se qualcuno è insoddisfatto di questa Amministrazione ha tutto il diritto di essere insoddisfatto, ma non mette in bocca a una Città quello che una Città non sta vivendo, perché questa Città dopo tanti anni sta risorgendo. Il mio impegno è a servizio della Città, totalmente a servizio della Città e continuo il mio impegno nell’assoluto rispetto della Magistratura tutta, delle forze dell’ordine tutto e nessuno si permetta di sentenziare quello che non gli compete. Questo è un organo politico, il consenso e il dissenso è una cosa diversa. Ove fosse arrivato un provvedimento di natura giudiziaria, questa Amministrazione, come ha già fatto, l’avrebbe immediatamente rispettato. Dopodiché porto assoluto rispetto a tutti i cittadini, sono qui presente, non mi sbatto, rimango seduto ad ascoltare tutti, perché ho il rispetto di tutti, anche di chi la pensa diversamente da me, perché sono sempre pronto ad ascoltare perché anche dalle diverse opinioni ne prendo insegnamento e giovamento, non ho mai rigettato l’opinione degli altri a prescindere, possiamo trovarci pure in contrasto, ma rispetto ogni cosa detta da qualsiasi altra persona. Quindi il mio impegno nei confronti della Città continua con lo stesso amore che ho provato a dimostrare sino ad oggi”.