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Mafia, arrestato candidato al consiglio comunale di Palermo per voto di scambio

Arrestato il candidato di Forza Italia Pietro Polizzi

Pubblicato 3 anni fa

La Polizia ha arrestato per scambio elettorale politico-mafioso uno dei candidati di Forza Italia al Consiglio comunale di Palermo per le elezioni che si terranno domenica prossima.

Nel blitz scattato nella notte, gli investigatori della Squadra mobile di Palermo hanno effettuato una perquisizione negli uffici e nell’abitazione di Agostino Sansone, 73 anni, arrestato assieme al suo collaboratore Manlio Porretto, e a Pietro Polizzi, 52 anni, ex consigliere provinciale e attuale candidato al Consiglio comunale di Palermo tra le fila di Forza Italia, nella competizione elettorale di domenica prossima.

Il reato contestato dalla procura di Palermo e’ il 416 ter, ovvero “scambio elettorale politico mafioso”.

Agostino Sansone ha gia’ scontato una pena per associazione mafiosa. Le indagini della Mobile sono coordinate dal procuratore aggiunto e coordinatore della Dda di Palermo, Paolo Guido e dai sostituti Dario Scaletta e Giovanni Antoci. Le intercettazioni – tra cui una, recentissima, che avrebbe registrato la promessa di appoggio da parte di Sansone a Polizzi – hanno indotto i pm a richiedere la misura cautelare al gip, Alfredo Montalto, che l’ha emessa in pochi giorni, consentendo una chiusura dell’indagini in tempi record.

La perquisizione ha riguardato immobili che si trovano nel residence di via Bernini, reso noto per la villa che ha ospitato la latitanza del boss Toto’ Riina e l’intera sua famiglia. E’ da quel cancello verde, che la mattina del 15 gennaio 1993, il boss usci’ in macchina assieme a Salvatore Biondino, per essere arrestato dalla squadra del Ros del “capitano Ultimo”” alla rotonda di via Leonardo da Vinci. Poi la villa”di Riina in via Bernini non fu sorvegliata ne’ perquisita nell’immediato, consentendo ai picciotti di Riina di svuotarla e ritinteggiarla. Ne sono anche scaturite polemiche e un processo per la mancata perquisizione da cui i carabinieri sono usciti assolti.

Le reazioni

Roberto Lagalla – “Un plauso alla procura della Repubblica per la celerità delle indagini segno di un impegno attento a tutela della libertà del voto, che rappresenta la più alta espressione democratica del nostro Paese. Confido che la giustizia possa essere altrettanto celere nello stabilire processualmente le eventuali responsabilità”. Così il candidato sindaco di Palermo del centrodestra Roberto Lagalla dopo l’arresto del candidato di Fi Pietro Polizzi per voto di scambio politico-mafioso. “Tenere alta l’attenzione contro ogni tipo di ingerenza della mafia -prosegue – è un imperativo categorico, perché il rischio è che si insinui nelle maglie larghe di chi cerca scorciatoie, di certo non richieste. La mafia e le sue ramificazioni stiano lontane dalla mia porta, non troveranno mai alcuna accoglienza, saranno accompagnate immediatamente e senza tante gentilezze alla Procura della Repubblica”. 

ArticoloUno – “Gli arresti di questa mattina del candidato al Consiglio Comunale di Forza Italia Pietro Polizzi e del boss Agostino Sansone confermano la volonta’ di Cosa nostra di rimettere le mani sul Comune di Palermo”. Lo afferma Mariella Maggio, segretaria provinciale di ArticoloUNO. “Confermano soprattutto – sottolinea Mariella Maggio – che l’allarme lanciato da settimane dai progressisti palermitani e’ piu’ che fondato. No, la nostra non e’ stata speculazione politica, come incautamente ha protestato Roberto Lagalla. E il candidato sindaco della destra non pensi ora di cavarsela con qualche frasetta di circostanza contro la mafia, salvo polemizzare subito dopo con chi ha segnalato il rischio che la nostra citta’ torni indietro di decenni, ai tempi di Vito Ciancimino e del sacco di Palermo”. “Riconosca piuttosto gli errori commessi – conclude la dirigente di Art1 – accettando di buon grado certi equivoci endorsement alla sua candidatura, dando cosi’ l’impressione che era arrivato il momento del ‘tana liberi tutti’. Errori cosi’ a Palermo non ce li possiamo permettere”.

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