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“Mancano medici nel reparto di ginecologia a Licata”: la denuncia

La Federazione Cimo-Fesmed ha inviato una lettera al commissario straordinario dell'Asp di Agrigento

Pubblicato 4 anni fa

La segreteria aziendale Federazione Cimo-Fesmed di Agrigento, in una lettera inviata al commissario straordinario dell’Asp di Agrigento ma anche al direttore sanitario aziendale e ad altri vertici dell’ospedale di Licata, ha denunciato “lo stato di disagio e di sofferenza dei Dirigenti Medici di tutte le discipline, e in particolare, della Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale di Licata”. “Dopo aver rimosso e mai sostituito 3 medici della divisione di Ostetricia – come scrive l’Adnkronos –  di cui 2 inviati senza apparente motivo verso la divisione di Ostetricia dell’Ospedale di Sciacca, portando l’organico da 8 unità della pianta organica a 10, ed una unità inviata ad Agrigento portando l’organico da 10 della pianta organica a 15, dice il segretario aziendale Cimo Rosetta Vaccaro nella lettera.

La distribuzione “iniqua era stata più volte ribadita, senza aver avuto nessuna risposta e nessuna presa di posizione da parte del Direttore facente funzione Dipartimento Materno-Infantile Incandela, principale artefice e responsabile di tali trasferimenti – denuncia Vaccaro – Attualmente l’organico della divisione dell’Ostetricia di Licata è di 4 unità (ridotta a tre con decorrenza 01/06/2021) contro gli 8 previsti dalla dotazione organica, più una specializzanda che fa solo i turni in tutoraggio già vincitrice di concorso presso l’Asp di Palermo e presto dimissionaria. In soccorso della divisione, quando sono disponibili, coprono un turno settimanale la dottoressa Guirreri e la dottoressa La Giglia rispettivamente di Sciacca e Agrigento”. “Una delle 4 unità, dottor Lupo, verrà presto riassegnato presso l’Ospedale di Canicattì già ad organico completo, stufo e stanco di questo immane carico di lavoro presso la divisione”. 

Per la Cimo “è palese che, in 3 unità non si possano ricoprire i turni h24 e le reperibilità senza creare incompatibilità ed infrangere le norme di legge ( legge 161/2014 Europea, sul giusto riposo dopo il turno di lavoro) e il contratto di lavoro”. “Tutto ciò crea non poche criticità che porta ad uno stato di pericolo nelle risposte e nei confronti dell’utenza, per eccesso di stanchezza degli operatori medici. Per ricoprire i turni, gli ambulatori, le prestazioni in sala parto e sala operatoria e rispettare i Lea si ricorre ad un eccessivo carico settimanale di ore di lavoro, che superano i limiti della ragionevolezza e della tollerabilità psicofisica da parte del personale medico”. “A ciò si aggiunga, l’impossibilità di fruizione delle ferie e dei riposi nella misura dovuta; già da anni le prestazioni di servizio notturno superano la quantità prevista dal contratto di lavoro, considerato che, il personale medico si ritrova a ricoprire anche 4-5 notti di guardia in 10 giorni; e di conseguenza il mancato rispetto dei periodi di riposo tra un turno ed uno successivo”. 

E conclude: “Non si comprende come ad oggi gli organi competenti abbiano potuto mantenere una costante inerzia relativamente alle doglianze sollevate, con ciò determinando una situazione che nel tempo potrebbe diventare esplosiva”. “A tutto ciò si associa la continua copertura di turni in reperibilità, anche 20-30 giorni consecutivi senza rispettare i comuni dettami del contratto di non superare i 10 giorni mensili – dice ancora Rosetta Vaccaro di Cimo-In data 31/03/2021la Cimo aveva, giustamente, inviato una conferenza di servizio per l’attuale criticità del personale dei punti nascita, inviata al Direttore Sanitario Aziendale Mancuso e del Capo Dipartimento Materno- Infantile Incandela, che proponeva una giusta ed equa distribuzione di Dirigenti Medici, al fine di favorire la funzionalità dei punti nascita e soddisfare i bisogni dell’utenza del territorio e che suggeriva una mobilità d’urgenza a rotazione dei dirigenti medici anche con l’uso delle ore aggiuntive, che a tutt’oggi purtroppo non ha avuto nessuna risposta o presa di posizione da parte degli Organi preposti”. “Stupisce sempre più l’assoluta indifferenza dei vertici dell’Azienda che si mantiene sorda a qualsiasi invocazione di aiuto e si concentra piuttosto ad inviare diversi medici dell’Asp al Consiglio di Disciplina per i più futili motivi”, dice Vaccaro della Cimo.

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