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Massacrò i genitori a Racalmuto, i consulenti: “Sedita capace di intendere e volere”

Per lo psichiatra incaricato dal tribunale il trentaquattrenne è capace di intendere e volere

Pubblicato 1 anno fa

Salvatore Sedita, il trentaquattrenne che lo scorso dicembre ha massacrato con quasi cinquanta coltellate i genitori Giuseppe Sedita, 66 anni, e Rosa Sardo, 62 anni, è capace di intendere e di volere. Lo ha messo nero su bianco lo psichiatra Lorenzo Messina, consulente incaricato dal tribunale, nella perizia disposta dal gip Francesco Provenzano al fine di accertare lo stato di salute mentale dell’uomo. Ieri mattina si è concluso l’incidente probatorio davanti il gip Iacopo Mazzullo.

Al centro dell’udienza, utile a cristallizzare le valutazioni degli specialisti chiamati in causa, l’eventuale capacità del trentaquattrenne di partecipare coscientemente al procedimento a suo carico e la capacità di intendere e volere al momento del duplice omicidio. Per lo psichiatra Messina, che ha visitato l’uomo nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, Sedita “va considerato capace di intendere e di volere al momento del reato e in atto è capace di partecipare coscientemente al procedimento che lo riguarda”. Per il consulente, inoltre, “il fatto non è diretta espressione di una infermità mentale ma è avvenuto sotto l’effetto della cocaina”.

Dello stesso avviso è anche lo psichiatra forense Gaetano Vivona, docente universitario, nominato dall’avvocato Giuseppe Zucchetto perito di parte nell’interesse di tre delle quatto persone offese. Si tratta delle sorelle di Salvatore Sedita: Salvina, Gaetana e Letizia. Quest’ultima, la prima persona intervenuta subito dopo il massacro di via Rosario Livatino, era presente in aula ieri mattina. Una quarta sorella, Maria Valentina, è rappresentata dall’avvocato Giuseppe Contato. La difesa di Salvatore Sedita, sostenuta dall’avvocato Ninni Giardina, ha annunciato il deposito di un’altra perizia che sostiene l’esatto contrario e cioè l’infermità mentale del trentaquattrenne. 

Il duplice omicidio è avvenuto il 13 dicembre 2022 nell’abitazione dei coniugi Sedita. Giuseppe e Rosa stavano pranzando quando sono stati massacrati con quarantasette colpi di mannaia. La tavola era apparecchiata per tre. A far scattare l’allarme era stato un vicino di casa che, chiamando una delle figlie, raccontò dell’assenza di Giuseppe alla festa organizzata proprio per il suo pensionamento. I sospetti sono subito ricaduti sul figlio Salvatore, ragazzo con un passato complicato caratterizzato da maltrattamenti e uso di sostanze stupefacenti. In un primo interrogatorio sconclusionato, reso al sostituto procuratore Gloria Andreoli, Sedita ha negato le sue responsabilità dichiarando di vedere i fantasmi, di chiamarsi in un altro modo e di aver incontrato anche l’uomo nero. In un secondo interrogatorio, questa volta davanti il gip Francesco Provenzano, Sedita cambiò versione confessando il duplice omicidio. All’origine del massacro ci sarebbero i contrasti con i genitori che, a suo dire, non l’avrebbero accettato e avrebbero persino minacciato di buttarlo fuori di casa.

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