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Menfi, facevano prostituire 13enne: in due respingono accuse, gli altri non parlano

Si sono svolti ieri mattina i primi interrogatori di garanzia nell’ambito dell’operazione dei carabinieri della Compagnia di Sciacca che – su delega della Procura di Sciacca – hanno arrestato sei persone ritenute responsabili di presunti abusi sessuali ai danni di una ragazzina di 13 anni che, con l’ausilio della madre, sarebbe stata costretta a prostituirsi […]

Pubblicato 5 anni fa

Si sono svolti ieri mattina i primi interrogatori di garanzia nell’ambito dell’operazione dei carabinieri della Compagnia di Sciacca che – su delega della Procura di Sciacca – hanno arrestato sei persone ritenute responsabili di presunti abusi sessuali ai danni di una ragazzina di 13 anni che, con l’ausilio della madre, sarebbe stata costretta a prostituirsi tra le campagna di Menfi e Sambuca di Sicilia.

Calogero Friscia, 24 anni, e Vito Campo, 69 anni, – entrambi agli arresti domiciliari – sono i primi a respingere le pesanti accuse a loro rivolte: “Mai avuto rapporto sessuali con la ragazzina” hanno detto davanti al Gip Rosario Di Gioia del Tribunale di Sciacca.

Tutti gli altri indagati, compresa la madre della ragazzina, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

La storia che coinvolge una ragazzina finita nelle grinfie della stessa madre che, sotto compenso e minacce, secondo l’accusa, l’avrebbe fatta prostituire con estranei, gente dai 18 ai 69 anni. Le accuse sono gravissime: induzione alla prostituzione minorile, sfruttamento e favoreggiamento della stessa, nonché violenza sessuale ed atti sessuali con minorenne, aggravati (poiché consumati ai danni di una vittima quattordicenne). 

Oltre la madre sono finiti in manette anche i “clienti” della ragazzina: si tratta di Pietro Civello, 60 anni di Gibellina, Viorel Frisan, 37enne di Gibellina, Calogero Friscia, 25enne di Menfi, Vito Sanzone, 43 enne di Menfi e Vito Campo, 69enne di Menfi.

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