Apertura

“Morti per una saldatura sbagliata”, il ricordo delle 9 vittime della strage di Ravanusa

Nove vittime, due superstiti, un bambino che sarebbe dovuto nascere nel giro di poche ore e che invece non ha mai visto la luce

Pubblicato 12 mesi fa

Nove vittime, due superstiti, un bambino che sarebbe dovuto nascere nel giro di poche ore e che invece non ha mai visto la luce. Una tragedia nella tragedia. Cinque palazzine sventrate, altrettante pesantemente danneggiate e un intero quartiere praticamente raso al suolo con centinaia di persone rimaste senza un tetto. La procura di Agrigento ha chiuso le indagini sulla strage di Ravanusa a distanza di quasi diciotto mesi da quel tragico 11 dicembre 2021. Due gli indagati per i quali il procuratore Salvatore Vella si appresta a chiedere il rinvio a giudizio con le accuse di disastro colposo e omicidio colposo plurimo in concorso. Si tratta di B.C., 88 anni, responsabile tecnico della A.MI.CA., l’azienda incaricata della posa della tubazione della rete del gas, e di C.G., 76 anni, il direttore dei lavori che ha firmato la relazione finale sui lavori di costruzione della rete. Per la procura di Agrigento non ci sono dubbi: l’evento disastroso si è verificato a causa delle gravi carenze nel processo di posa in opera e saldatura del tratto di tubazione del gas contente il raccordo ad “S”.

Il procuratore di Agrigento Salvatore Vella, che ha coordinato le indagini svolte sul campo dai carabinieri del Nucleo Investigativo – Reparto operativo dei Carabinieri di Agrigento e e dal personale del Nucleo Investigativo Antincendio dei Vigili del Fuoco di Palermo, ha messo nero su bianco l’atto di accusa. In attesa che la giustizia compia il suo naturale corso è però doveroso ricordare le nove vittime (dieci con il piccolo Samuele) che hanno perso la vita.

Il primo corpo ad essere stato ritrovato è quello di Pietro Carmina, professore di filosofia. Ancora oggi restano scolpite le parole rivolte dall’insegnante ai suoi studenti nel giorno del pensionamento: “Vorrei che sapeste che una delle mie felicità consiste nel sentirmi ricordato; una delle mie gioie è sapervi affermati nella vita. Una delle mie soddisfazioni la coscienza e la consapevolezza di avere tentato di insegnarvi che la vita non è un gratta e vinci: la vita si abbranca, si azzanna, si conquista”. La lettera fu ricordata anche dal presidente Sergio Mattarella nel discorso di fine anno alla nazione. Pochi minuti dopo il professore furono ritrovati i corpi di Maria Crescenza “Enza” Zagarrio e Calogera Gioacchina Minacori, per tutti Liliana. Due giorni dopo i vigili del fuoco ritrovano altri quattro cadaveri: Selene Pagliarello, trentenne infermiera in servizio all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, al nono mese di gravidanza, e Giuseppe Carmina, suo marito. Si erano sposati dopo aver rinviato le nozze a causa del lockdown. Poi la decisione di allargare la famiglia . Per il pargolo in grembo era stato scelto il nome di Samuele e sarebbe dovuto nascere tre giorni dopo l’esplosione. Una tragedia nella tragedia. Insieme a quelli della giovane coppia sono stati ritrovati poi anche i cadaveri di Carmela Scibetta, moglie del professore Pietro Carmina, dirigente del comune di Ravanusa, e Angelo Carmina, padre di Giuseppe. Le ultime salme rinvenute in ordine di tempo sono state quelle di Calogero Carmina, 59 anni, e del figlio Giuseppe, 33 anni, sposato con due figli. Entrambi erano a pochi metri di distanza l’uno dall’altro nella zona del garage. Due, invece, le sopravvissute – le uniche – a questo inferno: le cognate Giuseppa Montana e Rosa Carmina.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *