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Naro, disabile suicida in comunità: chiesti 5 rinvii a giudizio

L’accusa è omicidio colposo in relazione al suicidio di un disabile psichico di sessantasei anni avvenuto nell’estate 2018

Pubblicato 1 anno fa

Il sostituto procuratore della Repubblica, Cecilia Baravelli, ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di cinque persone all’epoca in servizio presso la comunità Prometeo di Naro. L’accusa è omicidio colposo in relazione al suicidio di un disabile psichico di sessantasei anni avvenuto nell’estate 2018. L’udienza preliminare, dopo una serie di rinvii, si celebrerà il prossimo 11 maggio davanti il gup Francesco Provenzano.

Cinque le richieste di rinvio a giudizio. Si tratta degli allora responsabili della struttura Francesco Scanio, 64 anni; Giuseppina Galleja, 53 anni; Dores Alaimo, 47 anni; dell’operatrice Rosa Avanzato, 58 anni; della psichiatra Carmela Fontana, 69 anni. I primi tre sono accusati di non aver vigilato sulla condotta degli operatori e di aver omesso di riferire tempestivamente sulle condizioni cliniche del paziente al Distretto di salute mentale; l’operatrice è accusata di non aver vigilato sul 66enne e non aver effettuato visite periodiche allo stesso. Alla psichiatra, invece, si contesta un mancato aggiornamento della relazione semestrale sulle condizioni di salute dell’uomo.

Tutte queste condotte, secondo il pubblico ministero, avrebbero provocato in qualche modo la morte del disabile che si suicidò in comunità utilizzando i lacci delle scarpe. I difensori degli imputati sono gli avvocati Salvatore Manganello e Gisella Spataro.

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