“Nato con encefalopatia per errori nel parto”, la madre in aula: “Mi tagliarono con le forbici”
Nel processo sono imputati quattro sanitari: due medici e due ostetriche dell'ospedale di Agrigento
Prosegue il processo a carico di quattro sanitari dell’ospedale di Agrigento – due medici e due ostetriche – accusati di lesioni aggravate e di manomissione della cartella clinica. La vicenda è legata al parto del piccolo Luigi, un bimbo nato con una grave encefalopatia in seguito a complicazioni durante il parto. Il piccolo Luigi, che oggi ha cinque anni, vive confinato in un letto posto al centro della casa dei genitori, non cammina, non vede, non parla, non può mangiare né respirare autonomamente. Il processo scaturisce dalla denuncia dei familiari che, affidatisi al Cp Servizi Medico Legali, hanno chiesto di fare luce su eventuali errori e responsabilità dei sanitari.
In aula, davanti il giudice Agata Genna, è comparsa la madre del piccolo Luigi: “Durante la gravidanza non ho avuto alcun tipo di problema. Nel settembre 2018 mi sono recata in ospedale in seguito alla rottura delle acque, in seguito al ricovero vennero effettuati due tracciati che non segnalarono anomalie. Nella mattinata successiva un nuovo tracciato diede esito ‘non soddisfacente’. A una mia richiesta di spiegazione mi venne detto di non preoccuparmi e mi consigliarono di mangiare qualcosa. Più tardi iniziai ad avvertire un forte malessere e, in seguito all’insistenza di mia suocera, mi venne misurata la febbre, il termometro segnava più di 38 gradi. Mi venne somministrata della tachipirina e successivamente fui portata in sala parto. Qui una dottoressa mi informò del fatto che avrei dovuto partorire entro due ore. Un’ora e trenta dopo l’orario indicato per il parto la paziente avvertì le prime forti contrazioni. La dottoressa entrò in sala con in mano delle ventose e mi tranquillizzò dicendo ‘si vede già la testa’, poi procedette ad utilizzarle per tre volte. La prima volta la testa del bambino uscì e rientrò immediatamente, nella seconda sentì un rumore come se la ventosa si fosse rotta, nel terzo tentativo uscì solo la testa, con il viso rivolto verso il soffitto. Mio marito vide il volto del piccolo cambiare colore e diventare scuro e iniziò a gridare. La dottoressa a questo punto chiese di passarle un bisturi, le risposero che non c’era, allora disse ‘passatemi le forbici. Mi tagliarono con le forbici ma il bambino continuava a non uscire.Spinsero sulla pancia con i gomiti, con le mani, con le ginocchia”. Il bambino nacque, ma in arresto cardiaco, e venne rianimato per parecchi minuti. Erano le 23.55, il parto era stato preventivato per le ore 20.00. La prossima udienza è stata fissata per il 15 gennaio e nell’occasione verranno chiamati a testimoniare il padre e i consulenti della procura.