Ravanusa

Vigneti rasi al suolo, appello alla denuncia a Ravanusa

Dopo Campobello di Licata, è toccato a Ravanusa. L’associazione antiracket e usura “Rete per la legalità Sicilia”, con il suo presidente vicario regionale Eugenio Di Francesco, è stata al mercatino settimanale di Ravanusa dove è stato diffuso volantino che invita a denunciare. Da anni, a Canicattì e dintorni, si registrano sistematici danneggiamenti di vigneti carichi […]

Pubblicato 5 ore fa

Dopo Campobello di Licata, è toccato a Ravanusa. L’associazione antiracket e usura “Rete per la legalità Sicilia”, con il suo presidente vicario regionale Eugenio Di Francesco, è stata al mercatino settimanale di Ravanusa dove è stato diffuso volantino che invita a denunciare. Da anni, a Canicattì e dintorni, si registrano sistematici danneggiamenti di vigneti carichi di uva da tavola o da mosto. Quest’anno i raid sono cominciati prima (nelle ultime settimane) e in un periodo vuoto, ossia in cui i vigneti non hanno ancora il frutto. Agli agricoltori, imprenditori, commercianti di prodotti ortofrutticoli e a tutte le donne che erano intente a fare la spesa, Rete per la legalità Sicilia ha ribadito che devono più accettare pressioni e condizionamenti mafiosi. Ad accompagnare Di Francesco, il comandante della stazione dei carabinieri: il luogotenente Salvatore Turturici, il sindaco Salvatore Pitrola, il suo vice Alessandra Calafato, l’assessore al Bilancio Ezio Lauricella e il consigliere comunale Gabriele Giarrana, Presente anche il comandante della polizia municipale Calogero Iacono. “Siamo presenti per affermare la legalità nella cultura d’impresa. Siamo al mercato, luogo di commercio che deve essere fatto all’insegna della legalità – ha detto il sindaco Pitrola – . Abbiamo avviato una campagna di sensibilizzazione, coinvolgendo le mogli, i figli per dire ‘no’ alla cultura della violenza, ‘no’ alle imposizioni, ‘no’ a tutto ciò che uccide un’impresa sana e libera. Troppi i danneggiamenti che hanno coinvolto, con gli abbattimenti di vigneti, i nostri agricoltori, la nostra impresa agricola e per questo gridiamo con forza il nostro ‘no'”. “Coinvolgiamo le donne perché, a volte, non conoscono nemmeno le storie che le riguardano da vicino. La mafia è ancora presente su questo territorio, la mafia soggioga quello che è il diritto della libera impresa – ha tornato a ribadire Eugenio Di Francesco – . Siamo qui, abbiamo messo a disposizione un numero verde, la denuncia è un nostro diritto, ma anche un nostro dovere. Denunciare conviene perché lo Stato è dalla parte di chi oggi denuncia. E aiuta concretamente attraverso un fondo di solidarietà”.

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