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Niente tentato omicidio in danno dei poliziotti: 5 anni e 4 mesi a Paolo Greco per la pistola detenuta illegalmente

In primo grado era stato condannato a dodici anni di reclusione

Pubblicato 2 anni fa

I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, lo avevano condannato  a dodici anni di reclusione per aver esploso diversi colpi di arma da fuoco con una “scacciacani” modificata a pallini di acciaio all’indirizzo degli agenti del commissariato di Licata.

Adesso in appello la sentenza è stata modificata e la condanna patita da Paolo Greco 23 anni di Licata (difeso da Giovanni Castronovo e Francesco Lumia) riguarda  esclusivamente il porto e la detenzione di pistola. E’ stato escluso il reato di tentato omicidio e per questo motivo la condanna  dei giudici della Terza sezione, presieduta da Antonino Napoli, è stata ridotta a 5 anni e 4 messi.

La vicenda risale al marzo del 2020 quando vennero esplosi in via Gela alcuni colpi di arma da fuoco all’indirizzo di alcuni agenti del Commissariato che perlustravano la zona e stavano collocando alcune microspie. Poco dopo i poliziotti si sono presentati a casa di Paolo Greco riconoscendo gli indumenti (era coperto con un passamontagna) e trovando l’arma ovvero una scacciacani modificata per sparare pallini in acciaio. 

Scarcerato e posto ai domiciliari Paolo Greco fu fermato due mesi più tardi insieme al padre Nino Greco dagli agenti della Squadra Mobile di Agrigento guidata dal vicequestore Giovanni Minardi su provvedimento emesso dai sostituti procuratori della Dda di Palermo Claudio Camilleri e Pierangelo Padova con le accuse di usura e tentata estorsione.

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