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Palma, violenza e minacce all’ex moglie: arrestato

Le precisazioni della moglie (e denunciante): “Non mi ha mai toccata con un dito ed i nostri litigi erano esclusivamente verbali”

Pubblicato 2 anni fa

E’ finito in carcere, dopo un’indagine serrata e velocissima dei Carabinieri, per maltrattamenti in famiglia e minacce con l’uso di armi. Una delicata vicenda da codice rosso avvenuta nei giorni scorsi a Palma di Montechiaro alla quale è stata messa la parola fine da un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip del Tribunale di Agrigento che ha accolto la richiesta di cattura con detenzione in carcere del sostituto procuratore della Repubblica, Maria Barbara Grazia Cifalinò.

E così il marito violento, anzi l’ex marito che non si rassegnava alla separazione voluta fortemente dalla donna, in stato di gravidanza, proprio a causa delle continue vessazioni e minacce subite (con una pistola che, tuttavia, non è stata trovata), è finito nel carcere di contrada Petrusa grazie alle significative investigazioni dei carabinieri di Palma di Montechiaro, coordinati dal pubblico ministero, che sono riusciti in brevissimo tempo a raccogliere gli elementi necessari che hanno consentito alla Procura della Repubblica di chiedere ed ottenere l’arresto. Doloroso il racconto della donna condensato in due denunce che ha messo a nudo una situazione di violenza fisica e psicologica bloccata dal provvedimento di cattura. Nei prossimi giorni l’uomo ritenuto violento e pericoloso verrà sottoposto ad interrogatorio di garanzia.

Sulla vicenda è intervenuta con una mail mandata a Grandangolo la donna che ha denunciato il marito mandandolo in carcere chiedendo di precisare alcune inessattezze contenute nell’articolo.

La donna tiene a precisare che “la denuncia è stata solo una; ha denunciato non perché voleva lasciare il marito ma perché semplicemente la minacciava (con una pistola che non è stata trovata ma fotografata dalla vittima e consegnata agli inquirenti, ndr) specificando, tuttavia, che “mai ho subito violenza fisica dato che non mi ha mai toccata con un dito ed i nostri litigi erano esclusivamente  verbali”. Sempre la donna ha specificato che “Mio marito era un marito e un padre esemplare che pochi hanno, la nostra vita familiare era meravigliosa prima del suo crollo psicologico.  Io ho denunciato per difendermi perché  temevo per la mia vita ma anche per aiutare lui che rifiutava qualsiasi aiuto”.

Grandangolo, con estremo rispetto, dà correttamente spazio alle precisazioni volute dalla signora e si augura un lieto fine della vicenda che alla luce delle argomentazioni sopra espresse sembra essere meno grave da come ritenuto da Carabinieri e magistratura.

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