Primo maggio deserto ad Agrigento: tanti controlli e quasi nessuno in giro (ft e vd)
Un primo maggio insolito ad Agrigento, così come nel resto d’Italia. A tre giorni dall’inizio dell’ormai famosa fase due, che segnerà comunque vada un primo passo verso il ritorno alla normalità, gli agrigentini si stanno dimostrando responsabili nel non “forzare” le uscite. La città dei Templi, in tutti i suoi quartieri, è apparsa deserta. Pochissime […]
Un primo maggio insolito ad Agrigento, così come nel resto d’Italia. A tre giorni dall’inizio dell’ormai famosa fase due, che segnerà comunque vada un primo passo verso il ritorno alla normalità, gli agrigentini si stanno dimostrando responsabili nel non “forzare” le uscite. La città dei Templi, in tutti i suoi quartieri, è apparsa deserta. Pochissime le auto in giro, a tal punto da poterle contare su due mani: dal centro città alle periferie arrivando anche a San Leone, quartiere “osservato speciale” soprattutto in una giornata come questa. In giro si vede soltanto uno sparuto numero di persone che hanno deciso, accompagnati dalla bella giornata, di fare una passeggiata o qualche corsetta. Per il resto strade deserte e molti controlli.
Anche nel pomeriggio, come gia’ successo per il ponte di Pasqua e per il 25 aprile sono presenti in citta’ posti di blocco di polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia provinciale e polizia municipale nelle grandi arterie, e dall’alto elicotteri e droni controllano le principali arterie della citta’. Nel pomeriggio le strade sono vuote e il traffico ridotto. Il piano messo a punto dalla prefettura di Agrigento ha fino adesso sconsigliato l’esodo verso le abitazioni di villeggiatura grosso timore di questo ultimo ponte con restrizioni rigide.
Il questore di Agrigento Rosa Maria Iraci ha disposto un massiccio controllo del territorio per evitare “pericolose” fughe in avanti anticipando di fatto la fase due: posti di blocco nei principali varchi di accesso alla Città dei Templi.
Le forze dell’ordine, con il solito senso del dovere, stanno presidiando la città e l’hinterland riscontrando però un comportamento – quello degli agrigentini – che in generale è in linea con l’ormai noto credo che ci sta accompagnando in questa delicata fase di emergenza sanitaria: “Stare a casa”.